Dal diario di don Franco: Cracovia, 26 luglio 2016

Cracovia, 26 luglio 2016   Ore 20.25
 
La GMG Cracovia 2016 è iniziata ufficialmente questo pomeriggio. Una solenne celebrazione eucaristica ci ha introdotti in questa straordinaria esperienza davvero unica nel suo genere. Diverse centinaia di migliaia di giovani europei, americani, asiatici, africani, dall’Oceania… Tantissimi animatori che li accompagnano, condividendo con essi la gioia e gli inevitabili disagi. E poi ancora frati, suore, seminaristi, numerosissimi preti e un gran numero di vescovi provenienti da ogni parte del mondo. Ecco il popolo che sta invadendo pacificamente la città di Cracovia e che oggi si è radunato davanti all’altare del Signore, collocata su un grande palco in un parco enorme dove più volte Giovanni Paolo II ha celebrato incontrando la sua gente nei viaggi in Polonia. 
 
Il Papa polacco e la Santa della divina misericordia, suor Faustina, sono stati proposti, insieme al giovane beato Piergiorgio Frassati, come i santi patroni di questa GMG: le loro reliquie sono state accolte all’inizio della Messa e venerate dal presidente della celebrazione, l’attuale cardinale di Cracovia che è stato sempre accanto a Papa Wojtyla come fedelissimo segretario personale. Abbiamo pregato bene insieme, nonostante le minacce di pioggia e le inevitabili circostanze negative che sempre si ripresentano per assemblee liturgiche cosi numerose. La musica e il canto, i gesti solenni e le parole nelle varie lingue, i silenzi e gli sguardi: tutto ci ha consentito di aprire il cuore a Cristo, di riconoscerlo vivo e presente in mezzo a noi, di acclamarlo e accoglierlo come “la nostra vita” e il volto umano della “misericordia del Padre”. Più volte mi sono commosso, fino alle lacrime: quanti giovani ho incontrato nei lunghi anni del mio ministero sacerdotale e quanti ancora ne porto oggi nel cuore! 
 
La festa non ci ha fatto però chiudere gli occhi dinanzi alle numerose tragedie che insanguinano il mondo, anche in questi ultimi giorni. Alla forza del male noi cristiani rispondiamo con l’amore, senza venire mai meno all’impegno responsabilmente assunto della testimonianza e del dialogo: crediamo nel futuro che il Padre ci prepara e che noi continuiamo a costruire con ostinata fiducia. È stata questa la nostra preghiera, risuonata in varie lingue e soprattutto fatta propria da ognuno dei presenti. No, non sarà la violenza a salvare il mondo, ma la bellezza. Quella bellezza che oggi ho contemplato sul volto di tantissimi giovani e che è nascosta nel cuore di ogni figlio di Dio!