Dal diario di don Franco: Cracovia, 28 luglio 2016

Cracovia, 28 luglio 2016   Ore 7.05
 
Una giornata molto intensa e ricca di emozioni quella di ieri! Iniziata al mattino con l’avvio del pellegrinaggio giubilare per gli italiani verso il santuario della Divina Misericordia. I numerosi gruppi si sono organizzati per vivere questa tappa nella gioia e con apertura ai doni dello Spirito. Bisognava fare un tratto di strada a piedi, non tanto lungo per la verità ma quanto basta per incontrare altri pellegrini e condividere la bellezza del camminare insieme verso la stessa meta. La città intanto era sempre più invasa da questo immenso popolo di giovani, pacifici e gioiosi, pronti a donare sorrisi e saluti a tutte le persone che incrociavano lungo il tragitto. Veramente uno spettacolo incoraggiante, in un tempo difficile e pieno di paure come quello che sta sempre più segnando la vita dei nostri paesi.
 
La scena che si è presentata ai nostri occhi quando siamo giunti al santuario è stata sorprendente. Tantissimi giovani affollavano lo spazio antistante il primo dei due santuari, quello dedicato a San Giovanni Paolo II. Sembrava impossibile attraversarlo. In effetti non è stato per nulla facile nemmeno per il nostro piccolo gruppo, al quale mi sono unito essendo i nostri andati in visita ad Auschwitz: alcuni napoletani con il loro vescovo ausiliare Mons. Lemmo e con i quali ho potuto lungo il tragitto scambiare qualche parola, scoprendo ancora una volta tante ricchezze nascoste in ciascuno di loro. Travolti dalla folla: ecco come tutti ci siamo sentiti. Nessuna confusione però e nemmeno problemi particolari. Anzi la gioia è andata crescendo. Non importa se non siamo riusciti a entrare nel santuario, che poi ho potuto visitare di sera ammirandone la bellezza essendo tutto impreziosito con mosaici di Rupnik. Con pazienza e coraggio abbiamo attraversato la spianata fino a raggiungere l’altro santuario, dove siamo entrati con fatica passando per la Porta della Misericordia tra canti e preghiere. L’incontro con i nostri ragazzi, soprattutto con i giovani albanesi che abbiamo aiutato a partecipare alla GMG mi ha riempito di gioia grande. Di cosa sono capaci i giovani quando stanno insieme, anche dinanzi alle difficoltà e agli ostacoli! 
 
La celebrazione dell’Eucaristia con tutti i vescovi italiani presenti ci ha permesso di accogliere il dono del Signore, il suo amore misericordioso, con grande apertura del cuore e con la mente rivolta a tutti gli altri che sono rimasti a casa. La sorpresa però doveva ancora venire. Una grande festa era stata preparata per la serata, con musica e canzoni ad alto livello (dai Nomadi all’orchestra italiana di Renzo Arbore e ad altri cantanti che i giovani conoscevano bene). Il coinvolgimento è stato fortissimo: si cantava e si danzava ovunque, al ritmo della musica e con la gioia che traspariva dai volti di tutti. Anche diversi vescovi si sono lasciati andare: ed è stato bellissimo. Il collegamento poi con Papa Francesco, giunto a Cracovia nel pomeriggio, ha rappresentato il culmine di questa giornata indimenticabile: il dialogo con i giovani lo ha messo subito in condizione di penetrare nei loro cuori, lanciando un messaggio di mitezza e forza che difficilmente dimenticheranno. Che bella immagine ha usato, quando ha invitato a non costruire muri ma ponti e a diventare ponti umani, stringendosi la mano: i giovani lo hanno capito immediatamente e lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi è stato indescrivibile! Una lunga catena umana, pronta ad estendersi ancora. Per giungere là dove si soffre e si è soli. Così il mondo può continuare a sperare!