Dal diario di don Franco: Lourdes, 12 ottobre

Lourdes, 12 ottobre 2016 Ore 17.15
 
Il tempo qui a Lourdes scorre velocissimo. Le giornate infatti sono piene di appuntamenti per i pellegrini, lasciando poco spazio ai momenti personali di riposo o di svago. Anche per il nostro pellegrinaggio diocesano accade la stessa cosa.
 
Ieri pomeriggio abbiamo siamo stati sulla collina adiacente ai santuari per la Via Crucis: eravamo un gruppo molto folto, aiutati da meditazioni assai appropriate e da un clima di silenzio orante che ci ha tutti profondamente coinvolti. Quei pellegrini che non erano in condizione di poterci seguire si sono radunati in una delle numerose chiese a disposizione nei pressi della spianata. La preghiera del Rosario trasmessa da TV 2000 ci ha visti coinvolti poco dopo davanti alla Grotta: tantissimi mi hanno inviato messaggi da casa, grati e commossi per questo momento di comunione spirituale che fa tanto bene soprattutto a chi vive situazioni di sofferenza o di solitudine. La catechesi serale con i volontari ha preceduto la preghiera notturna davanti alla Grotta. Quanto è importante aiutare i giovani a ritrovare se stessi, riscoprendo insieme il senso di ciò che si fa e orientando a scelte definitive nella propria vita. Ne hanno bisogno anche gli adulti, ma per i giovani è determinante poter fare esperienza concreta di uno stile di vita ispirato al servizio e alla gratuità!
 
Questa mattina poi ci siamo tutti radunati nella grande basilica sotterranea denominata “Pio decimo” per la Messa internazionale: la celebrazione eucaristica vissuta con tanti pellegrini di lingue diverse fa sentire, ogni volta e in modo nuovo, la gioia di appartenere all’unico Popolo di Dio pellegrino nel mondo. Ho chiesto al Signore uno sguardo contemplativo, per gioire nel riconoscere l’opera dello Spirito che abbellisce la Chiesa con i suoi doni numerosi e variegati. Ma ho anche invocato il suo aiuto perché non ci lasciamo vincere dalla paura e dallo scoraggiamento, dinanzi alle tantissime sfide che abbiamo davanti a noi in un tempo come il nostro dove nuovi idoli spingono a chiudersi in una pericolosissima presunzione di autosufficienza. Papa Francesco ha rilanciato di recente un pressante appello per sfuggire al pericolo della “globalizzazione dell’indifferenza”.
 
Una breve visita agli ammalati prima del pranzo ha concluso la prima parte della giornata: è sempre una gioia poterli ascoltare o anche solo guardare negli occhi. Sono capaci di comunicare qualcosa di sé in maniera eccezionale. Per questo ho ringraziato il Padre di avermi donato tanti fratelli e sorelle che non solo non mi fanno sentire mai solo ma ancor più mi riempiono di quella forza di vivere che è un segno concreto della sua misericordia. Non è poi così difficile accogliere la proposta dal Papa, che per questo Giubileo straordinario ha messo tutti i fedeli dinanzi alla parola che Gesù consegna ai discepoli come segno distintivo della loro testimonianza missionaria: essere “misericordiosi come il Padre”!