Dal Diario di don Franco: Monastero di San Giovanni Battista Coscomatepec, 22 ottobre 2017

Monastero di San Giovanni Battista Coscomatepec, 22 ottobre 2017 ore 22.00
 
La nostra permanenza in terra messicana sta per terminare. Domani mattina, dopo la celebrazione dell’Eucaristia con le monache ci metteremo in viaggio. Ci faranno compagnia fino alla capitale suor Lucrezia, madre superiora, e suor Mercedes. Una breve sosta a Puebla e poi saremo diretti a Città del Messico, dove a sera tardi prenderemo l’aereo che ci riporterà in Italia. Quanti sentimenti riempiono il mio cuore in questo momento. Gratitudine, stupore, gioia. Ma anche fiducia, speranza, impegno concreto e grande responsabilità. Come non benedire il Signore per tanti doni ricevuti? Non sono solo per me, ma per tutta la Chiesa diocesana nella quale già mercoledì mattina riprenderò il mio lavoro pastorale. È proprio vero che l’incontro con persone che cercano di vivere il Vangelo senza sconti segna la vita e apre prospettive ogni volta nuove!
 
La Messa celebrata questa mattina nella grande cappella delle suore è stata molto partecipata. Ha concelebrato con me il cappellano e mi hanno aiutato un gruppo di ragazzi, un po’ emozionati ma ben preparati a svolgere il loro compito. Il canto animato dalle monache e la presenza di bravi lettori, giovani e adulti, insieme ad appropriate monizioni mi hanno permesso di vivere intensamente la liturgia domenicale, che ho presieduto con un’assemblea a me sconosciuta ma che mi sembrava orami molto familiare. All’omelia, con la traduzione di suor Mercedes, ho potuto aprire il cuore e ringraziare il Signore in questa Giornata Missionaria Mondiale. Solo amandoci gli uni gli altri e assumendo insieme la responsabilità di contribuire all’edificazione di una società più giusta potremo rendere gloria a Dio e restituire a ogni persona la dignità di figlio suo. Come è stato bello, a conclusione della celebrazione, fermarmi con le persone e rispondere alla loro richiesta di essere benedetti, secondo l’usanza locale: bambini, giovani e adulti, anziani, ma anche tante famiglie al completo, tutti con la gioia negli occhi e di sicuro anche nel cuore. La sincerità è veramente contagiosa: ho toccato con mano quanto è ricco il Popolo di Dio, anche quando deve affrontare gravi difficoltà e ho avvertito il soffio dello Spirito che spinge ad abbattere ogni frontiera, per costruire una sola famiglia unita nel nome di Cristo e proveniente da ogni angolo della terra!
 
Il momento più coinvolgente della giornata è stato senz’altro il saluto ufficiale con la comunità delle monache, a conclusione della cena. Mi son dovuto trattenere quando la commozione mi ha preso per quello che ho cercato di esprimere. In questi giorni ho fatto esperienza della presenza del Signore che abita nella comunità ed è amato da ognuna delle monache, dalla più anziana alla più giovane. So che ora il mio ministero mi riporta nella Chiesa che mi è stata affidata, ma l’aiuto delle suore è così grande che le porterò tutte con me, nella preghiera e nell’azione missionaria. Il Signore chiede a me e alla nostra comunità diocesana di uscire dalle piccole o grandi paure che spesso frenano l’entusiasmo e rallentano la corsa del Vangelo, per andare incontro agli altri e condividere con tutti la gioia di averlo incontrato. Sarà possibile trasfigurare il territorio nel quale viviamo e combattere ogni forma di degrado, assai più diffuso di quanto appare o di ciò che noi sappiamo? È vero che la fede non ci assicura nessun risultato immediato, ma essa è il fondamento della nostra speranza. Quella stessa speranza che ho letto nel volto delle suore, al momento di salutarci, e che mi fa guardare avanti con fiducia. È la forza dell’amore, che quando è aperto ai bisogni dei più poveri non consente a una comunità di restare chiusa in se stessa. Io qui, a Coscomatepec, ne ho fatto esperienza concreta e forte, che non potrò mai dimenticare!