Dal Diario di don Franco: Monastero San Giovanni Battista Coscomatepec, 19 ottobre 2017

Monastero San Giovanni Battista Coscomatepec, 19 ottobre 2017 Ore 5.20
 
Sono ospite delle Adoratrici Perpetue del Santissimo Sacramento, che mi hanno accolto con gioia nel loro monastero. Invece le due signore che mi hanno accompagnato, Imma e Michela, sono state ospitate da una famiglia amica delle monache, che abita proprio qui vicino. Così ieri io ho avuto la possibilità di conoscere più da vicino la comunità monastica e il luogo dove essa vive. Mi sono confermato nell’impressione ricevuta appena giunto, nonostante l’ora tarda e la grande stanchezza: si tratta di una comunità dove regna la gioia! Mi aveva colpito fin dal primo momento il modo in cui le monache mi avevano accolto, come se fossi stato uno di loro da sempre. Ho potuto costatare nei vari momenti della giornata che questo è proprio il loro stile, anzi molto di più: una scelta di vita, che caratterizza i rapporti tra di loro e con tutti. La vera gioia nasce dall’Amore!
 
È per questo motivo che sono molto curati i momenti liturgici che scandiscono la giornata nel monastero. La preghiera delle Ore è vissuta con grande partecipazione. I salmi, cantati con toni orecchiabili e belli, esprimono quanto ciascuna porta nel cuore: il desiderio di Dio. Lo si avverte chiaramente dal clima di silenzio per nulla forzato che si respira. L’invito ad aprire il cuore all’incontro con Dio, per ascoltare la sua Parola, qui è preso molto sul serio. Devo confessare che sono stato molto aiutato fin da subito a unirmi alla preghiera monastica e ho immediatamente ringraziato il Signore per questo dono inaspettato. Si prospettano per me giorni di intensa spiritualità, nel silenzio del cuore e nella forza della comunione fraterna. Ne ho fatto esperienza piena nella celebrazione serale dell’Eucaristia, che ho presieduto… nonostante il mio spagnolo non perfetto. La festa di San Luca mi ha dato la possibilità di sottolineare, nell’omelia in italiano, quanto sia importante che l’annuncio del Vangelo della Misericordia sia sostenuto e confermato dalla fraternità, dalla semplicità di mezzi, dalla vicinanza ai più deboli ed emarginati, dalla gioia di discepoli che si fidano totalmente del Signore. Io qui ne sto facendo concretamente esperienza!
 
Quando la gioia è vera raggiunge ogni persona e non ammette separazioni o ambiti in cui non possa entrare. Ecco cosa ho visto ieri nella vita del monastero. A refettorio, dove ho condiviso con la comunità la colazione e la cena, c’era un clima di grande fraternità. Stanno arrivando in questi giorni monache dagli altri numerosi monasteri del continente per l’assemblea elettiva che si terrà nella prossima settimana proprio qui e c’è grande fermento. Non sono affatto preoccupate di fare bella figura o che tutto vada bene, ma ognuna manifesta il bene che vuole alle altre con una intensità sorprendente. D’altra parte la struttura è nuova e molto accogliente, inaugurata circa trenta anni fa. Ma in questi giorni tutte sono impegnate a fare spazio alle consorelle, anche con piccoli sacrifici che non sembrano pesare affatto sull’umore della comunità e sulla vita di ciascuna di loro. Non vorrei sembrare esagerato nel descrivere una comunità perfetta, perché sarebbe sbagliato. Ma nemmeno posso tacere la profonda impressione di vita comune vissuta nella semplicità e nell’attenzione alle singole persone: mi riempie il cuore di pace. 
 
La visita alla città di Córdoba, che abbiamo fatto durante le ore centrali della giornata in compagnia di suor Mercedes che oggi festeggia il venticinquesimo di consacrazione, ci ha permesso di conoscere almeno un po’ come vive la gente: la cattedrale e la piazza centrale, i negozi e gli uffici, i ragazzi che uscivano da scuola con le loro divise, tutto ci ha riportati a una vita modesta ed essenziale, dove il senso religioso è ancora forte. Molti mi chiedono di essere benedetti, appena si accorgono che sono un vescovo. Persino due ragazze che lavoravano nel ristorante dove abbiamo pranzato, sono corse fuori e mi hanno raggiunto per farsi benedire. Ma l’immagine che più mi ha colpito è quella di una monaca in adorazione davanti al Santissimo, nella cappellina al piano superiore del monastero, durante la visita che ho fatto dopo cena con la madre Vicaria. Fermarsi davanti al Signore, garantendo la presenza ininterrotta con turni continui di giorno e di notte: ecco il segreto della “vera Gioia”, quella che entra nell’animo per non unscirne mai più!