Domenica 10 maggio 2015 – VI Domenica di Pasqua

Domenica 10 maggio 2015 – VI Domenica di Pasqua – ci presenta un passo del Vangelo di Giovanni:
 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
 
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
 
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
 
Su questo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: “Gesù continua a parlare ai suoi discepoli e li prepara al tempo in cui non sarà più presente fisicamente; dà un’indicazione fondamentale, il dono che consentirà ai discepoli di essere credibili e di sperimentare ancora la sua presenza. Ecco il suo comandamento: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’. È il comandamento dell’amore e noi saremmo immediatamente portati a mettere dei distinguo, dei paletti. E, poi, se ci guardiamo attorno, come si può amare chi fa del male. Siamo bombardati da notizie e immagini piene di violenza. C’è chi della violenza fa addirittura una legge di vita. Come si fa ad amare chi uccide, chi sfrutta le persone, chi per soldi imbarca poveri disgraziati che cercano un minimo di speranza altrove? La lista non finirebbe più! E anche come facciamo ad amarci a vicenda, anche nei rapporti personali? Ogni giorno facciamo questa esperienza di accoglierci reciprocamente e di sopportarci, ma ci sono difficoltà. Eppure, Gesù ci dà il suo comandamento: ‘Amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi’. È veramente un dono quello che Gesù annuncia ai discepoli e che, una volta passato attraverso la morte ed entrato con la sua risurrezione nel regno della vita, comunica a tutti attraverso il suo spirito. Sì, possiamo amarci come ci ama Lui; possiamo entrare gli uni in relazione con gli altri a partire non da noi stessi – non ne avremmo la forza e forse nemmeno le motivazioni sufficienti -, ma dal dono di Dio. È il Padre che ama il suo Figlio e per mezzo dello Spirito consente anche a noi non solo di essere amati, ma di amare. Che missione grande ci viene affidata! Non è questa, allora, la testimonianza più grande di persone che non sono capaci di vivere relazioni tali in cui prevalga l’amore, ma che sono messe in condizioni di andare oltre se stesse e di trasmettere qualcosa che viene da Dio? E non è quello di cui ha bisogno questo mondo per passare dalla violenza all’accoglienza, dalla morte alla vita, dall’esclusione alla possibilità di vivere nella fraternità? Se noi diciamo di sì a Gesù credendo nella verità delle sue parole saremo messi in condizione, un poco alla volta, ma sempre più, di portare agli altri ciò che noi stessi abbiamo ricevuto: l’amore di Dio”.
 

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