Esercizi spirituali Diaconi permanenti

Alberi 20-24 giugno 2021

Nel corso dell’estate i diaconi permanenti con le loro famiglie si ritrovano per un ritiro di tre giorni insieme a don Luigi Di Prisco. E’ una occasione per rinforzare la comunione e affrontare qualche problematica di comune interesse inerente alla vita del ministero diaconale, che non può prescindere dalle dinamiche familiari.

Quest’anno invece ci siamo ritrovati ad Alberi per quattro giorni di esercizi spirituali senza le famiglie per viverli insieme a Mimmo Ruggiero e Francesco Soldatini per la loro preparazione all’ordinazione diaconale del 3 Luglio nella cattedrale di Sorrento. Hanno partecipato, se pure senza piena continuità anche il gruppo degli aspiranti.  Il tema che ci ha accompagnati in questi 4 giorni è stato: “l’identità del diacono servo della carne di Cristo, Scrittura – Magistero – Rito di ordinazione” . Hanno guidato le riflessioni il Vescovo, don Tonino D’Esposito e don Luigi Di Prisco.

Le riflessioni ci hanno aiutato a cogliere l’importanza nella Chiesa e per la Chiesa del ministero diaconale, primo grado del sacramento dell’Ordine, il suo stretto rapporto con il vescovo  e i presbiteri per l’edificazione della Chiesa che per sua natura è diaconale. Nessun ministero nella Chiesa infatti  può  essere separato da quello di Cristo servo, venuto non per essere servito ma per servire.  Il diacono, ordinato per il servizio e non per il sacerdozio è per tutti icona di Cristo servo e nel servizio agisce “in persona Christi” e con la sua autorità. La sua dignità deriva proprio dell’essere servo.

Non poteva non emergere nel corso delle riflessione la problematica relativa all’inserimento del diacono nella vita della nostra Chiesa locale. Una importante sfida che chiama in causa la comunione ministeriale.

Questi giorni sono trascorsi forse troppo rapidamente. Abbiamo gustato il dono della preghiera comune, siamo cresciuti come comunità diaconale di “servi senza pretese”,  felici della nostra chiamata al ministero, rafforzati nella comunione col vescovo.  Sono emersi anche i nostri limiti e la paura di non manifestare nella nostra persona la dignità dell’ordine sacro.

Ma siamo certi che Colui che ha iniziato in noi la sua opera la porterà anche a compimento. E per questo ci affidiamo con fiducia a Maria, la serva del Signore,  e alla preghiera del vescovo e di tutto il presbiterio.

di Maurizio Longobardi