Parrocchia Santi Prisco ed Agnello

Giornata della Famiglia per i fanciulli del primo anno

Il 24 febbraio è stata una giornata speciale per oltre 20 famiglie dei bambini del primo anno di Catechesi di prima fascia: per la seconda volta, in questo anno catechistico 2018-19 , hanno vissuto un’esperienza di preghiera, di condivisione e di riflessione.

L’appuntamento era in Parrocchia alle 11:15 per la Celebrazione domenicale: il Parroco don Francesco e il Viceparroco don Antonio, che hanno concelebrato, hanno condiviso con tutta la Comunità la notizia dell’evento e tutti si sono uniti alla preghiera per le famiglie coinvolte e in particolare per i bambini che in momenti come questo hanno modo di sperimentare l’amore di Dio attraverso la testimonianza e l’impegno dei propri genitori.

Il secondo momento, dalle 13:30 circa, si è svolto presso il Conservatorio Sette dolori ed è iniziato con una breve preghiera ed il canto de “L’amore è il più grande motore”, le cui note rallegrano ogni incontro di catechesi e il cui testo è uno straordinario invito ad aprire il cuore per imparare a vivere insieme.
Dopo la gioiosa condivisione delle ottime pietanze che genitori e catechiste avevano preparato, vari giochi hanno impegnato grandi e piccoli ed anche don Francesco e don Antonio: dal gioco dell’oca agli indovinelli, al mimo e alla ricostruzioni di frasi. L’atmosfera era piena di allegria e di voglia di stare insieme ed il tempo è trascorso velocemente.
Alcuni giochi erano stati pensati ed organizzati per sollecitare la riflessione sull’argomento principale dell’incontro: Giuseppe, figlio di Giacobbe, che abbraccia e perdona i fratelli.

 

Il pomeriggio è proseguito, infatti, con la proiezione di un video in cui l’episodio biblico veniva proposto in forma adatta a bambini piccoli, ma che ha interessato anche i grandi. I bambini, guidati dalle catechiste, avevano già conosciuto, durante gli incontri del sabato, la figura di Giuseppe, avevano riflettuto sul suo dono dell’interpretazione dei sogni e sul suo costante rapporto con Dio. È stato bello, perciò, per loro conoscere la conclusione della storia e fare addirittura da guida ai propri genitori nel laboratorio che è seguito.L’episodio biblico è stato suddiviso in quattro sequenze, una per ciascun gruppo, e ciascuna è stata rielaborata da genitori e figli insieme. I figli di Giacobbe, invidiosi per la predilezione del padre verso Giuseppe, provano ad uccidere il fratello e poi decidono di venderlo come schiavo. Su questa prima parte si è riflettuto sviluppando il concetto di “allontanamento”, la condizione che divide, ancora oggi come allora, le persone che si lasciano sopraffare da sentimenti negativi come invidia e gelosia.Nell’episodio biblico, però, l’azione malvagia si rivela, però, provvidenziale perché Giuseppe, giunto in Egitto, dopo varie traversie, riesce a conquistare la fiducia del Faraone e un ruolo di grande rilievo alla sua corte. Ciò avviene perché egli interpreta correttamente i sogni che preannunciano sette anni di abbondanza seguiti da sette anni di carestia. Il dono dell’interpretazione dei sogni è simbolo della predilezione di Dio per chi gli rimane fedele e dà ascolto alla sua voce: come Giuseppe, anche ciascuno di noi riceve “doni preziosi”che bisogna saper mettere a frutto per far prevalere il bene sul male.

Quando la carestia, come previsto, semina fame e morte, tra i molti che si recano in Egitto per acquistare il grano ci sono i fratelli di Giuseppe. Durante il primo incontro, però, né i figli di Giacobbe riconoscono il fratello, né questi è disposto a lasciarsi riconoscere: è la dimostrazione di quella condizione di “estraneità” che insorge a seguito di azioni negative e divide, isola e crea infelicità e problemi.Il superamento di questa condizione può avvenire soltanto grazie al “perdono”: Giuseppe, dopo aver constatato il pentimento e il rammarico dei fratelli, perdona il male ricevuto e li abbraccia; così ciascuno di noi, sia pur faticosamente, deve sforzarsi di perdonare, perché solo se si riesce a farlo si può ridare fondamento a rapporti costruttivi e a legami fraterni.

La condivisione delle riflessioni svolte nei gruppi e la presentazione dei cartelloni realizzati sono stati un altro momento molto bello e significativo che ha permesso ai bambini di vedere i propri genitori come protagonisti di un percorso piacevole e formativo al tempo stesso.
Dopo una breve preghiera finale guidata dal Parroco, si è concluso in dolcezza con le delizie preparate da alcuni genitori.

L’esperienza è stata molto positiva per tutti e, al momento dei saluti, si è avvertita chiaramente la gioia e la consapevolezza di aver vissuto una giornata bella ed importante, dono di Dio e frutto di impegno condiviso.

di Anna Maria Cioffi