Giornata di Spiritualità per Operatori di Uffici e Servizi di Curia

Giovedì 4 dicembre la nostra arcidiocesi ha promosso una Giornata di spiritualità per gli Uffici e Servizi di Curia. Insieme con l’arcivescovo, mons. Francesco Alfano, 35 persone che prestano il loro servizio in Curia sono partite alla volta di Benevento, dove sono stati visitate la chiesa di Santa Sofia, la basilica di San Bartolomeo e la basilica di Maria SS. delle Grazie.
“La Curia non è fatta semplicemente di persone che devono lavorare, ma di cristiani che sono chiamati a mettere la loro esperienza di fede a servizio dell’intera Chiesa diocesana, in vari modi”, spiega mons. Alfano. “C’è un rischio – avverte il presule -: di lavorare ognuno per conto suo. Questo è un rischio piuttosto comune, in tutti gli ambiti: noi stiamo cercando di metterlo a fuoco, per superarlo. Ma c’è un altro rischio: di diventare talmente specialisti nel proprio settore, non dico da ignorare gli altri, ma da considerarsi tutti un po’ tecnici della pastorale, prima ancora che compagni di viaggio”. La proposta della Giornata di spiritualità “s’inserisce in un’attenzione che nel tempo sarà sempre più considerata, con modalità che saranno man mano individuate: un momento di preghiera, una giornata di spiritualità e di amicizia, la possibilità di un confronto a livello pastorale su tematiche comuni. Insomma, tutto ciò che può aiutarci a sentirci parte di una Chiesa e coinvolti nella sua crescita”. Per il nostro pastore, “le relazioni umane sono fondamentali. E questo si traduce in conoscenza approfondita, amicizia, condivisione di un’esperienza di fede”.
Della giornata l’arcivescovo ricorda gli incontri. Il primo con l’arcivescovo di Benevento, mons. Andrea Mugione, che “non solo ci ha accolti amabilmente nella sua casa, ma ci ha accompagnati nella visita alla cattedrale e agli scavi, aprendoci il suo cuore di pastore. Ci ha parlato del suo rapporto con la Chiesa, della fatica e delle difficoltà, ma anche della gioia di aiutare una comunità a riscoprire le sue radici”. Con mons. Mugione si è creato “un rapporto umano semplice, cordiale e amabile”. Il secondo incontro è stato con un frate francescano, padre Lino, conosciuto da mons. Alfano quando era arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia. Ora padre Lino è rettore del santuario della Madonna delle Grazie: una figura carismatica. Mi ha fatto piacere rivederlo, anche con i miei collaboratori, che si sono accorti del nostro rapporto bello e profondo”. “Ho visto questo incontro – ha aggiunto il nostro pastore – come un invito ad andare avanti in questa ricerca di quella semplicità evangelica che è radicalità nell’amore al Signore e nel servizio ai poveri, che tanto il Papa ci mette davanti e ci chiede”.
Nella basilica di Maria SS. delle Grazie l’arcivescovo ha presieduto la Messa. Commentando la prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, nel quale si legge “Abbiamo una città forte; mura e bastioni egli ha posto a salvezza”, l’arcivescovo ha evidenziato come “il profeta ricordi che la città non è forte per quello che ha, ma lo è se ha le porte aperte, se non è chiusa, arroccata su di sé. La città che Dio pensa e ha scritto nei cuori dei suoi figli è una città universale”. Questa, ha sottolineato mons. Alfano, “è la missione della Chiesa, che dobbiamo fare anche nostra, rendendoci attenti alle condizioni di vita di tutti, soprattutto dei poveri e degli oppressi”. Dunque, ascoltare la parola di Gesù “significa costruire una casa solida, una famiglia unita, sulla roccia che è Lui. Lo chiediamo al Signore in questo piccolo pellegrinaggio culturale, ecclesiale, familiare che stiamo vivendo, perché il nostro cammino di discepoli possa essere una testimonianza e un contributo per la crescita di questa città, che è la comunità degli amici del Signore. E lo chiediamo in quest’Eucaristia, ai piedi dell’immagine della Madonna delle Grazie”. “San Francesco di Assisi – ha aggiunto il presule, concludendo – interceda per noi in questo cammino che nel tempo di Avvento ci apre a una prospettiva di un futuro, che è il futuro di Dio costruito anche con il nostro sì”.

 

di Gigliola ALFARO