I martedì di Quaresima a Sant’Agata: dentro ognuno c’è una scintilla divina

Come sempre, il primo incontro è una scommessa. Non è possibile prevedere la risposta degli invitati, non si sa l’effetto che avrà su di loro ciò che è stato preparato. Se ci si mette anche un po’ di nebbia, la pioggia e gli ultimi freddi invernali, meglio ancora: si incomincia proprio con un atto di fiducia, dicendosi l’un l’altro: “Speriamo bene!”.
 
Nel nostro caso, la fiducia è stata ripagata abbondantemente e la scommessa vinta. Non tanto per il numero dei ragazzi che hanno riempito la chiesa di Sant’Agata (quelli sono sempre così relativi…). E nemmeno per la resa perfetta di quel che si era preparato, anzi: il gruppo che doveva animare la serata, cantando le parti iniziali del Musical sui “Miserabili”, ha dovuto fare a meno dei microfoni. Le chiese sono così belle e alte, che mal sopportano le nostre tecnologie. Dove c’è una cupola, meglio fare a meno dei microfoni e spingere con la voce!
 
Quel che ha fatto la differenza, invece, è stata la qualità della partecipazione. Il tono, che ha preso la serata, e la profondità che ha raggiunto. Il tema era la conversione di Jean Valjean, protagonista del romanzo di Victor Hugo: un giovane spezzato in due dalla sofferenza, quella subita e quella data; una persona come tante, tesa fra la voglia di bellezza e il proprio limite, fra una fetta di cuore capace “solo” di male e un’altra che non vuole rassegnarsi, perché nel male non si riconosce. Abbiamo ripercorso – seppur brevemente! – la sua vicenda, nell’attimo della trasformazione: un Vescovo di cui non conosceva il nome, gli offre tutto quel che ha, la casa, il cibo, un letto e, più di ogn’altra cosa, una fiducia INCONDIZIONATA. Un amore gratuito, senza se e senza ma. Quella fu la molla che lo fece sobbalzare, tirandolo fuori dallo squallore in cui era caduto, mettendogli dentro una scintilla di speranza.
 
I ragazzi del gruppo “Il segno”ce lo hanno raccontato con tutta la loro forza. Le voci tremanti e ruvide di passione ci hanno lasciati impietriti: nella storia di Jean e del ragazzo che ne vestiva i panni, c’è DAVVERO la storia di tutti noi. Nella sua voglia di arrendersi al bene, la nostra voglia, la nostra stessa vita.
 
Ecco cosa ha reso il primo incontro – sempre il più misterioso! – così vero. La chiesa si è riempita di una sola speranza, che dal petto dei cantanti ha raggiunto quello degli ascoltatori: riassaporare la libertà di vivere, riscoprendo dentro di sé una scintilla divina che nessuno sbaglio, nessun fallimento potrà mai offuscare…
 
Altre foto della serata sulla pagina FB della Pastorale Giovanile

 

di don Paolo ANASTASIO