Servizio Ecumenismo e dialogo interreligioso

Il 24 novembre la preghiera di Taizè in Diocesi

«Voi che giungete qui: riconciliatevi! Cattolici, protestanti, ortodossi, giovani e anziani, bianchi e neri»: questo il grande cartello che accoglieva i pellegrini e gli ospiti a Taizé, a metà degli anni Sessanta. Allora si trattava di una comunità di fratelli protestanti, fondata da fr. Roger Schutz negli anni Quaranta, con l’intento di pregare per ricercare l’unità visibile dei cristiani separati e divisi. Questo piccolo nucleo, col tempo, è cresciuto, divenendo polo di attrazione per migliaia di giovani che qui si sono formati e cresciuti. «Cercando con passione l’unità della Chiesa, Corpo di Cristo, Frère Roger si è aperto ai tesori custoditi nelle diverse tradizioni cristiane, senza tuttavia operare una rottura con la sua origine protestante. Con la perseveranza di cui ha dato prova durante la sua lunga vita, ha contribuito a modificare le relazioni tra cristiani ancora separati, tracciando per molti un cammino di riconciliazione» scrive Papa Francesco nel messaggio inviato in occasione del 75° anniversario di fondazione.

La passione e l’intuizione di fr. Roger è uno dei frutti profetici del monachesimo del XX secolo: all’umanità fr. Roger Schutz ha voluto offrire un luogo di riconciliazione, una “parabola di unità”, per una piena comunione. Oggi la comunità di Taizé conta un centinaio di fratelli, cattolici e di diverse origini evangeliche, provenienti da quasi trenta nazioni. Tre volte al giorno, sulla collina di Taizé si ferma tutto: il lavoro, gli studi, le discussioni. Le campane chiamano tutti in chiesa per pregare. Centinaia, a volte migliaia di persone, per lo più giovani, da tutto il mondo pregano e cantano insieme ai fratelli della Comunità. Un brano dalle Scritture è letto in diverse lingue. Al centro di ogni preghiera comune c’è un lungo periodo di silenzio, un momento unico per incontrare Dio.

Domenica 24 novembre, a Gragnano nella Parrocchia di San Giovanni Battista, ritorna in Diocesi l’appuntamento di Taizè: un invito alla preghiera per l’unità dei cristiani, una sosta nel Signore per chiudere l’anno liturgico nel giorno di Cristo Re, un momento per alimentarsi alla sorgente, proprio come ebbe a dire San Giovanni Paolo II pellegrino a Taizè nel 1986: «Si passa a Taizé come si passa accanto ad una fonte. Il viaggiatore si ferma, si disseta e continua il cammino».

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