Il Giubileo delle famiglie

Nel pomeriggio di domenica 30 ottobre, abbiamo vissuto la celebrazione comunitaria nella Concattedrale di Castellammare di Stabia del Giubileo diocesano delle famiglie, preceduto, in varie comunità, da percorsi preparatori. Il messaggio del Giubileo della Misericordia è arrivato, ci sembra di poter dire, a ciascuno dei partecipanti, per illuminare la complessa realtà delle relazioni familiari. Un primo segnale di speranza è stata la grande partecipazione dei fedeli provenienti dalle diverse Unità Pastorali.
 
I bambini e i ragazzi, sono stati accolti dagli animatori all’ingresso e condotti nelle sale parrocchiali, dove, tale messaggio è stato tradotto in un linguaggio adatto alla loro età. Hanno vissuto un’ora intensa e ricca, di cui serbano un bellissimo ricordo, mentre gli altri partecipanti, all’interno della Concattedrale, hanno visto declinate le varie sfaccettature della misericordia in famiglia, da Giulia Paola Di Nicola e Attilio Danese che, con garbo e sensibilità, hanno presentato alcuni quadri drammatici delle famiglie di oggi; ferite che segnano tante dolorose storie familiari fatte di abbandoni, di scelte tragiche, di conflitti generazionali, di smarrimenti e delusioni. La dipendenza da droghe, il suicidio, il muro di incomunicabilità tra genitori e figli sono stati il filo rosso che ha unito il racconto di diverse esperienze tragiche di famiglie della nostra società post – moderna. In tale contesto  è stata illuminante la citazione di F. Kafka con cui si è introdotto il difficile tema della figura del padre nell’attuale contesto disgregato e conflittuale,  in cui la figura paterna si è come liquefatta, evaporata ed è sempre più contestata e delegittimata. Oscilla tra gli estremi di una presenza soffocante o di una presenza vuota e insignificante: in entrambi i casi con effetti negativi sul tessuto delle relazioni affettive e sui percorsi educativi familiari.
 
E’ stato, pertanto, molto opportuno il richiamo alla parabola del Padre misericordioso, fatto dai due relatori, nella quale si erge maestosa la figura del Padre quale modello per una rinascita e riscoperta delle autentiche relazioni familiari. Rileggendo l’esperienza diocesana, appena conclusasi, alla luce dell’Amoris Laetitia, risaltano alcuni  principi guida su cui appare opportuno richiamare l’attenzione. In particolare si intende porre l’accento  sui seguenti aspetti: 1) il dialogo e la comunicazione di amore, 2) l’apertura alla Grazia, 3) la preghiera, il perdono e la fiducia reciproci, 4) la donazione fino al sacrificio di sé agli altri.  
 
E’ stato commovente vedere il contegno, il decoro e la sacralità con cui si è poi attraversata la porta Santa e si è partecipato alla celebrazione eucaristica, mantenendo un clima di silenzio e di preghiera.
 
Una Santa Messa, presieduta dal nostro Pastore, S.E. Mons. Alfano e celebrata come famiglia che ha voluto, attraverso alcuni segni come la preghiera dei fedeli e la processione offertoriale, mettere in risalto che la celebrazione eucaristica è espressione della comunità fatta da famiglie e non da singoli. La preghiera dei fedeli è, quindi, stata la preghiera di ogni realtà familiare: fidanzati, giovani coppie, nonni, famiglie affidatarie, famiglie feconde anche senza il dono dei figli, famiglie ferite, famiglie numerose. I doni all’offertorio sono stati portati da tre generazioni, nonni, genitori e figli, di una stessa famiglia.
 
Nell’omelia è stato commentato l’episodio di Zaccheo raccontato nel Vangelo di Luca. Attraverso una esegesi attenta del testo, il Vescovo ha tratteggiato la figura del pubblicano, inviso agli ebrei del suo tempo, restituendocelo riabilitato con la propria coscienza e nei suoi rapporti civili e religiosi. Zaccheo è presentato dal Vangelo come un uomo di potere, ricco, solo, isolato, sradicato dalle radici familiari e affettive, completamente asservito alla logica egoistica del denaro e del potere. Fino all’incontro che gli cambia la vita. Gesù lo vede e lo chiama, questo fa cambiare la prospettiva anche alla comunità che odia Zaccheo. Egli, sorprendentemente, accoglie con gioia l’invito di Gesù e lo accoglie nella sua casa, nella sua famiglia. Il Signore, l’Eterno, Colui che “i cieli non possono contenere” (S. Agostino), si ferma da lui, entra nella sua casa trasformando la sua esistenza e quella della sua famiglia. L’inaudito diventa storia concreta. Così, la casa di Zaccheo è una casa dove si fa esperienza di Vangelo.           Ritornano in primo piano le linee guida accennate in precedenza, le parole chiave del Giubileo della Misericordia in riferimento al mondo della famiglia.Una casa aperta, accogliente, in cui è presente il Signore e dove può avere luogo la conversione del cuore.
L’insegnamento forte, che viene affidato a ciascuno da Mons. Alfano, è semplice e straordinario ad un tempo: la famiglia, ogni famiglia può rinascere se è aperta alle esigenze del prossimo, se restituisce il senso di giustizia calpestato verso i più poveri, gli ultimi, i reietti della società, se, come Zaccheo, con gioia e coraggio apre le porte della casa a Gesù. La famiglia rinasce se sa perdonare e perdonarsi al suo interno, se prega, se mette al centro la legge del Vangelo, l’unica legge del Vangelo: l’Amore.
 
Il Servizio diocesano di Pastorale della Famiglia
 
Pubblichiamo in formato pdf l’intervento dei coniugi Danese, auspicando, secondo il desiderio del nostro Arcivescovo, possa essere meditato durante quest’anno dai gruppi famiglia della diocesi.
Le foto del Giubileo sono disponibili sulla Pagina Fb della Pastorale Familiare