Il quarto Martedì di Quaresima a Messigno

Ed anche il quarto Martedì di Quaresima è finalmente arrivato e con esso si è raggiunto l’apice di questo cammino che ha visto coinvolti tantissimi giovani e molte Parrocchie della nostra Diocesi.
In questo ultimo appuntamento ci siamo ritrovati nella parrocchia dei Sacri Cuori a Messigno dove don Modestino e don Michelangelo ci hanno accolti con la loro comunità, la quale è stata la vera protagonista della serata. Infatti, ad aiutarci nella meditazione, sono stati proprio i giovani della parrocchia, che hanno riproposto alcuni brani del musical messo in scena la scorsa estate sulla vita di San Francesco e Santa Chiara.
L’incontro aveva come “titolo” CON GLI OCCHI DELLA CROCE” ed attraverso l’avvicendarsi di canti, parole e riflessioni, ci è stata data la possibilità di riflettere sugli sguardi che ciascuno di noi mette in atto nella propria vita, senza nemmeno accorgersene.
 
Lo sguardo di chi rinuncia nel momento in cui ha da affrontare una scelta, soprattutto se essa è tra più possibilità (semmai il mio bene o il bene di chi ho a cuore). In questo caso la figura di Santa Chiara ha dato, invece, l’esempio di come scegliere crea dolore, ma da esso può “nascere vita”.
Lo sguardo di chiusura nei riguardi di me stesso o degli altri, ossia lo sguardo di chi si arrende a reagire e velando i suoi occhi con la tristezza e non riuscendo a vedere, la speranza che è sempre presente. Come chi si trova avvolto nella nebbia, che spaventa e rende ciechi, ma che prima o poi si dilegua lasciando spazio alla limpidezza.
Lo sguardo di chi sceglie di non ribellarsi alla propria mediocrità, non riuscendo quindi, a confrontarsi con lo sguardo di Gesù, che invece ci guarda con occhi misericordiosi, sapendo che noi siamo molto di più di quello che vogliamo dare a vedere… come San Francesco, il quale non riesce a fermarsi nel momento in cui sente, capisce e crede cha la sua vita può essere esempio Vero per gli altri.
Ed infine lo sguardo di chi sceglie di “farsi amico il proprio dolore” perché sente che attraverso di esso, la propria vita ha la possibilità di cambiare direzione.
 
Lo sguardo di chi sceglie di lavorare e plasmare la propri vita, non fermandosi alle semplici parole.
Ecco perché allora, i giovani di Messigno ci hanno fatto dono di un piccolo segno: una matita, la quale se non temperata, non ha motivo di essere chiamata tale e non può svolgere il suo “ruolo”, ma che invece, se temperata, lavorata, “fatta male” può essere strumento, scrivere e “lasciare un segno”!
 
Questo, dunque, l’augurio per i giovani presenti martedì:
provare a scrivere da capo, ogni giorno, la propria vita senza freni, esagerando nell’andare avanti, provando ad essere “motore del mondo” e non semplice spettatore inerme.

 

di Marianna POLLIO