Il vescovo dialoga con i giovani sul Vangelo

Un progetto innovativo per parlare del Vangelo ai giovani.
Lo propone l’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare, a partire dal tempo forte della Quaresima. Dopo un anno di commenti dell’arcivescovo al Vangelo, pubblicati sul sito diocesano, adesso è il momento della svolta: mons. Francesco Alfano dialogherà con i ragazzi, i quali, prendendo spunto dai Vangeli della domenica, gli chiederanno di chiarire loro gli aspetti più difficili da vivere per un giovane.
I primi ragazzi coinvolti nel progetto, ideato dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali e realizzato in collaborazione con il Servizio diocesano di Pastorale giovanile, sono proprio quelli dell’équipe di Pastorale giovanile.
Saranno loro a dialogare con il vescovo nelle domeniche di Quaresima.
Nel tempo di Pasqua toccherà ai gruppi giovanili che fanno parte della Consulta di Pastorale giovanile.
Il dialogo tra il presule e i giovani sarà pubblicato tutte le settimane sul canale Youtube del sito diocesano, www.diocesisorrentocmare.it, a partire dal venerdì.
 
A mons. Alfano chiediamo di parlarci del progetto.
 
Eccellenza, oggi non è più scontata la trasmissione della fede tra le generazioni: come possiamo annunciare il Vangelo ai giovani?
“L’annuncio del Vangelo nasce dall’esperienza del Signore nella nostra vita: questo vale sempre e vale per tutti. L’annunciatore non è un personaggio neutro che non ha niente da dire riguardo alla sua vita. Al contrario, racconta un’esperienza che ha segnato profondamente la sua esistenza. Allora, innanzitutto, abbiamo bisogno di annunciatori credibili e gioiosi nei confronti delle nuove generazioni. Poi, ciò che vale per tutti, lo è ancora di più per i giovani: occorre stare accanto, avere tempo, mettersi dalla loro parte, ascoltarli, anzi avere l’umiltà di far venire fuori le domande autentiche, interpretandole insieme, creando quella sana e ‘santa’ complicità che mette chi fa la domanda e chi risponde sulla via dei cercatori di Dio. L’esperienza mi insegna che quando questo accade, anche con i giovani è possibile il dialogo, il confronto e pure qualcosa in più: un’esperienza, almeno iniziale, di fede autentica”.
 
Le nuove tecnologie ci possono aiutare ad avvicinare i giovani? Come utilizzare questi nuovi strumenti per entrare in contatto con i cosiddetti “nativi digitali”?
“Bisogna starci dentro e non considerarli solo dei mezzi utili per raggiungere i giovani. Occorre in qualche modo abitare questo mondo. Questo esige una conversione da parte di tutti, anche degli operatori pastorali e del vescovo. È necessario starci dentro con la propria identità e la voglia non di assuefarsi, di non allinearsi a un modo comune di pensare, conservando, piuttosto, la propria criticità. Questo è importante. Certamente, è un mondo tutto da scoprire, con i suoi lati positivi e negativi, come ogni mondo, ma è un mondo da amare, perché è abitato, specialmente dai giovani, anche se non solo da loro. È, quindi, un mondo nel quale è possibile incontrare Dio. Perché, laddove le persone s’incontrano nella verità di se stessi, ci si può aprire alla grazia di Dio. Questo comporta una serie di cambiamenti nel linguaggio, ma è possibile farlo affidandosi anche a persone più esperte. E, tra gli esperti, ci sono anche giovani in gamba”.
 
Cosa si aspetta da questo nuovo format di dialogo con i giovani sul Vangelo?
“Mi aspetto un maggior coinvolgimento da parte dei giovani che possono prendere così sul serio la proposta che viene da ogni pagina del Vangelo e da ogni testimone del Vangelo. Mi aspetto che altri gruppi, oltre a quelli con i quali dialoghiamo nel video provando a rileggere il Vangelo oggi con gli occhi dei giovani, si sentano stimolati a interrogarsi. Inoltre, mi aspetto che il dialogo tra giovani e adulti riguardo ai problemi della vita e della fede venga intensificato. Infine, mi aspetto anche un rapporto più stretto tra giovani e sacerdoti che possa diventare per tanti quella possibilità di non vedere più la Chiesa come lontana, distaccata o addirittura falsa e ipocrita, nel desiderio comune di conoscere Gesù e di seguirLo insieme”.
 
Il Papa parla tanto di periferie esistenziali. Lei pensa che con questo dialogo con i giovani si possano raggiungere le periferie esistenziali che vivono tanti ragazzi oggi?
“Me lo auguro con tutto il cuore perché è un desiderio profondo ed è un’urgenza che non si può rimandare. Tanti giovani vivono lontani, anche se sono vicini, vivono smarriti anche se presi quotidianamente dall’euforia dello stare insieme. C’è qualche angolo della propria esistenza che non è raggiunto da nessuno, neppure da se stessi. Se questa possibilità di dialogo è messa a servizio anche di costoro, sarà veramente una benedizione e una grazia del Signore, con la gioia di potersi ritrovare insieme come amici”.
 
Attraverso la pagina Facebook della diocesi, la sua personale e quella del Servizio diocesano di Pastorale giovanile possiamo pensare di raccogliere delle domande che poi i giovani le rivolgeranno a nome di tutti i ragazzi della rete?
“Molto volentieri. Sarà una gioia avviare un contatto più continuo, più diretto, più esteso. Certo, bisognerà fare i conti con il tempo, ma con l’aiuto di Dio non mi tiro indietro”.

 

di Gigliola ALFARO