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Incontri online con gli Animatori della cultura: qualcosa per cui ringraziare

Se c’è una domanda che non mi lascia in pace in queste settimane: per cosa dobbiamo ringraziare quest’anno? Quali sono i regali, materiali e non, che abbiamo trovato sotto l’albero e scartato con immensa felicità?

Relazioni messe a dura prova dalla distanza, problematiche lavorative di vario genere, umori altalenanti e malcontenti generali. In questo marasma di sentimenti camaleontici, qualcosa siamo riusciti a salvarlo oppure, a mettere da parte?

Custodire, che bella parola. Uno dei suoi sinonimi, è proteggere. Io, insieme al mio collega di scrivania e caffè (io zuccherato, lui amaro), abbiamo di cosa ringraziare quest’anno. Di tempo per fare i conti con se stessi, con la propria vita e le proprie scelte, ne abbiamo avuto. Mente chi dice che non è così. Io ho scelto cosa custodire. Nonostante lo smart working che ci ha messi a dura prova, nonostante le incomprensioni dovute alla difficoltà incontrate nella comunicazione, su tutti i livelli ed in ogni campo.

Ho scelto di essere grata per quella sensazione di calore sentita sulla mia pelle e nel mio cuore, durante gli incontri online svolti con gli Animatori della Cultura e della Comunicazione. Incontri che avvenivano una volta a settimana e alle nove di sera. Delle volte, ero veramente stanca. Quello che ne è venuto fuori, non posso tramutarlo in parole, non renderebbe. E così ho scelto la metafora del calore, perché credo sia un qualcosa che ci fa sentire bene, a casa.

Ringrazio per essermi sentita parte di un progetto, per le condivisioni ed i feedback, siano esse state positive o negative. Perché cresco, cresciamo grazie a queste. Ma soprattutto, sono grata, per la testimonianza inaspettata che ho visto presentarsi su quello schermo insieme agli altri. Rispondere presente, nonostante la fatica. Si, perchè gli animatori della Cultura e della Comunicazione, a quanto pare, non sono immuni al Covid.

E allora cosa aggiungere? La volontà sopra ogni cosa, c’è poco da fare. Ho personalmente vissuto quei momenti come uno schiaffo in faccia seguiti da un’amorevole carezza. Adesso tocca a noi. A me, e al collega del caffè amaro. Siamo pronti ad accogliere nuove proposte e a rendere concrete quelle pervenute durante le call.

Vuole essere questa un’occasione per ringraziare anche ciascuno di loro, per l’impegno e la responsabilità che si sono assunti. Essere al servizio non è cosa da poco e loro hanno un compito delicato, quello di essere porta voci di quanto accade nelle loro parrocchie.

Il nuovo anno possa essere più proficuo per tutti e in ogni senso.

 

Clelia Esposito