Servizio Pastorale per la Famiglia

Incontro con il prof. Lorizio:

“L’alleanza uomo-donna è sacramento dell’amore di Cristo per la Chiesa”

Si è tenuto il secondo incontro del “Percorso di formazione per la persona e la coppia” proposto dal nostro Sevizio Diocesano della Pastorale per la Famiglia. L’incontro ha avuto luogo, nella parrocchia del SS. Rosario, al Capo di Sorrento sabato 25 gennaio e domenica 26 in quella della B.V.M.I. e Sant’Agostino ai CMI, a Castellammare di Stabia.

È cominciata sulle note del brano Nomadi, di Franco Battiato, la relazione tenuta dal prof. Giuseppe Lorizio – ordinario della cattedra di Teologia Fondamentale all’Università Lateranense – sul tema “L’alleanza uomo-donna è sacramento dell’amore di Cristo per la Chiesa”.

Tante le persone intervenute in entrambe le sedi e tanti sono gli spunti per la riflessione personale e l’approfondimento scaturite dalle domande poste al prof. Lorizio alla fine della sua esposizione.

Gli incontri si sono chiusi come sempre con un momento di condivisione conviviale.

Inoltre, nell’appuntamento di sabato, è stato festeggiato anche il 24° anniversario di sacerdozio del nostro caro don Tonino De Maio.

Riconoscenti per la chiarezza e per l’incisività dell’esposizione del prof. Lorizio, condividiamo di seguito i passaggi più significativi della sua relazione.


L’alleanza nasce e si fa soprattutto all’interno dei popoli nomadi. Il nomadismo è uno stile di vita scelto da alcuni popoli che non amano la sedentarietà, ma, al contrario, amano uno stile di vita in cui sono frequenti gli spostamenti.  Popoli in continuo movimento da sempre e questo stile sembra riguardare anche l’uomo moderno. Ancora oggi il fenomeno del nomadismo è molto diffuso, soprattutto per motivi economici e sociali. Siamo tutti nomadi. Prima il nomadismo degli zingari, poi quello degli emigranti, poi quello tecnologico e infine quello del “trolley”, per cui ci si può spostare senza muoversi da casa. Poi c’è il nomadismo culturale, dovuto ai cambiamenti; e quello religioso, delle persone che passano da un’appartenenza religiosa ad un’altra oppure quello di coloro che, contemporaneamente appartengono a più credi religiosi.

All’interno di questo ‘nomadismo’ di oggigiorno ci sono alleanze che si sono infrante. La prima alleanza che si è infranta è quella con la natura, perché, deturpandola, l’uomo la sta continuamente distruggendo; così come si sta rompendo sempre di più l’alleanza tra l’uomo e la donna. Quel rapporto, che doveva essere di armonia, è diventato conflittuale perché, nella nostra società, ci si è radicati ad una sorta di risentimento dell’identità. La donna, che per tanto tempo è stata posta in una situazione di soggezione, risentita, è diventata femminista.  Al contempo, l’uomo che per tanto tempo è stato il centro, il padre della famiglia che rappresentava l’autorità, ora si sente defraudato.

Le figure uomo/donna, maschile/femminile, madre/padre da arcaiche finiscono per diventare nemiche a causa di atteggiamenti femministi e maschilisti ideologici, che molto spesso, sfociano in atteggiamenti violenti. Pensiamo, per esempio, al cosiddetto femminicidio. L’alleanza uomo – donna si è rotta e che doveva la propria radice ad un’altra alleanza che però, a sua volta, anche si è infranta: l’alleanza tra le generazioni, tra gli adulti e i giovani. Abbiamo defraudato i giovani del loro futuro, non solo perché abbiamo rotto l’alleanza con la natura, ma anche perché, a causa del nostro egoismo, siamo stati capaci di rompere gli equilibri su cui reggere lo stato sociale (pensiamo, per esempio, alle “baby pensioni”).

Rompendosi l’alleanza uomo-donna si rompe anche l’alleanza tra le generazioni. Ed ecco l’insorgere del risentimento dei giovani. A questo punto è inevitabile la rottura di una terza alleanza che genera sfiducia, quella tra noi e le istituzioni. Questo perché non ci si fida più dello stato e delle sue stesse istituzioni. La parola ‘Stato’ è percepita come un nemico. Si respira un clima intorno a noi di rottura di alleanze, persino quella di Cristo con la Chiesa. Per cui, come cristiani, siamo chiamati, almeno per quanto è possibile, a riflettere e cercare di recuperare il significato e la portata di quell’alleanza originaria tra uomo e donna, espressa nella Sacra Scrittura.

Attenzione però, la nostra non è la religione del libro. Dio ci parla in tanti modi: attraverso la natura, le esperienze che facciamo nella nostra vita, le persone che incontriamo e poi, anche attraverso la Scrittura.

La Scrittura, nata nella storia, si è fatta attraverso le esperienze degli uomini; certamente essa racconta la storia di Dio ma anche le storie umane e l’esperienza fondamentale che è quella dell’Amore e dell’amore tra l’uomo e la donna, che noi possiamo, in senso lato chiamare coniugale. La Scrittura lo attesta in una maniera talmente forte e pregnante da considerarlo addirittura amore ‘erotico’.

Pensiamo, per esempio, al testo del Cantico dei Cantici, un libro di “fuoco”, una delle metafore dell’amore, nel senso che esso riscalda i cuori. Un libro che non teme di esprimere, in termini fortemente erotici, l’amore uomo-donna. Viene da chiedersi come mai un libro così si trova nel canone biblico, tenendo anche conto che Dio non viene mai nominato. Il motivo è perché c’è l’eros di Dio. L’amore di Dio è un amore agapico, gratuito ed erotico: è fatto di desiderio. Ma ci si potrebbe ancora chiedere: se Dio ha tutto, può desiderare qualcosa? Sì, se l’uomo e la donna ristabiliscono l’alleanza che fin dal principio Dio ha desiderato; se essi imparano a desiderare reciprocamente colui/colei che hanno accanto. Allora questa alleanza, ristabilita e perpetuata nel tempo, ci consente di vivere il diritto a cui ci ha chiamati Dio stesso: la felicità.

Nel Cantico dei Cantici ci sono pagine che sembrano a noi contemporanee, dove possiamo leggere frasi come “l’amore è forte come la morte”. Il N.T. poi, dirà che l’amore è più forte della morte, grazie alla Resurrezione di Gesù.

Quello che oggi si avverte è la mancanza di certezze, o per dirla con Vittorino Andreoli “siamo una società incerta perché mancano rapporti di vincoli stabili, perché tutto si gioca sull’emozione che governa sovrana”.

Vale, cioè, ciò che emoziona. Ma quanto dura un’emozione? E poi: che cosa ci può rassicurare nel tempo dell’incertezza e della precarietà? Allora occorre compiere un percorso che conduce dall’emozione al sentimento, dal sentimento al legame, dal legame al vincolo. Inoltre serve non giungere direttamente alla decisione (vincolo), dall’emozione saltando la riflessione. Dio ci ha dato anche una mente pensante. Nel momento in cui l’emozione passa attraverso la riflessione e il sentimento e arriva, attraverso la decisione, al vincolo ciò rappresenta l’alleanza tra l’uomo e la donna, il dirsi ‘Sì’. Questa decisione diventa allora sacramento di tre cose:

  • di Dio con l’umanità; perché siamo tutti figli suoi e sperimentiamo così il modo di vivere l’amore umano. L’amore umano è segno-sacramento del rapporto di Dio con l’umanità.
  • di Dio con il popolo; nell’A.T. è segno della relazione di Dio con il suo popolo, di un Dio geloso. Quando il popolo “prostituendosi” tradisce l’alleanza, non è più fedele all’unico Dio. Questo significa che, nonostante il contesto culturale di poligamia, l’amore fedele dell’uomo per la sua donna era visto come un grande valore, un valore di segno, un valore fondamentale.
  • di Dio con la Chiesa. Questo terzo segno, che troviamo nel N.T., rappresenta l’amore di Cristo per la Chiesa.

Occorre essere chiari: se l’alleanza è tale bisogna farla per l’alterità dovuta al fatto che siamo sessualmente caratterizzati in modo diverso. La maturità dell’amore sta nell’unirsi all’altro sesso; diversamente è una proiezione del sé. L’alleanza si può fare solo nell’alterità, nel rapporto tra diversi, ed anche nella libertà. La libertà di Dio e dell’uomo di dire di sì alle dieci parole dell’Alleanza – che rappresentano i dieci comandamenti. La Nuova Alleanza, poi, non ha che una sola clausola: l’amore. L’Alleanza che Cristo ci dona certo non rinnega le dieci parole ma le racchiude in un unico comando, quello dell’amore.

Bisogna allora recuperare un’integrità che faccia sì che l’alleanza uomo-donna, Dio-popolo, Cristo-Chiesa diventi l’orientamento della nostra vita, mentre siamo nomadi. Se il “nomade” si perde nel deserto, certamente perisce per cui diventa chiaro che il “nomade tecnologico” (o del trolley) deve recuperare qualcosa di essenziale e perennemente valido: l’alleanza.

Equipe Servizio di Pastorale per la Famiglia