Incontro di Formazione docenti di Religione Cattolica

Il corso di formazione per IdR che si è concluso qualche giorno fa, è per noi docenti di Religione un’opportunità che ci viene data ogni anno, non solo per formarci, ma anche per mettere a confronto le nostre esperienze; vivere un momento di riflessione e di preghiera.
Sono stati organizzati due momenti per la formazione. Nel primo incontro è stata somministrata una scheda di rilevazione dei bisogni formativi dei docenti. Questa ci servirà per impostare un prossimo corso di aggiornamento.
Nel secondo incontro, la direttrice dell’Ufficio per l’IRC, la Professoressa Maria Rosaria Titomanlio, ha predisposto che lavorassimo per gruppi, divisi per ordine di scuola, relativamente alle seguenti tematiche:
-La religione cattolica nella scuola primaria.
-Le parabole del Vangelo: luce nel cammino dell’uomo.
-I problemi etici alla luce delle encicliche di papa Francesco.
È stato arricchente poter lavorare coi colleghi su questi temi, incontrandoci anche al di fuori dell’ambito scolastico.
Durante il corso abbiamo relazionato, partendo da quella che è la base del sistema scolastico, la Scuola dell’Infanzia.
Attraverso la realizzazione di un video che mostra le attività dell’IRC in questo segmento di scuola, ne abbiamo sottolineato la valenza.
Lavorare nella scuola dell’Infanzia per un insegnante di Religione è  estremamente faticoso. Le guide didattiche spesso sono ripetitive e tutto è lasciato molto all’inventiva del docente. Il modo di apprendere dei bambini di questa età è prevalentemente esperienziale: i bambini imparano ciò che vivono. Si punta molto sul racconto, la memorizzazione di canzoncine che contengono un messaggio cristiano. Con i canti infatti i bambini apprendono anche un po’ del linguaggio  religioso. E poi anche la drammatizzazione sotto forma di gioco: interpretando ruoli e, attraverso la coordinazione di movimenti, i bambini dimostrano autonomia e interiorizzano il messaggio religioso. L’insegnamento della Religione Cattolica così si inserisce pienamente nel quadro delle finalità di questo tipo di scuola.
La scuola primaria ha invece lavorato sulle parabole. Come docenti ed educatori non dobbiamo mai dare per scontato di conoscere le parabole, perché esse per loro natura e scopo hanno sempre da dire qualcosa di nuovo. La forza delle parabole è data dal fatto che sembrano non avere tempo, non essere datate. Una proprietà fondamentale del linguaggio delle parabole è che coinvolge l’ascoltatore: costringe a pensare, allude, provoca, invita ad andare oltre l’ovvio, rende pensosi.
La parabola suscita nell’ascoltatore le domande di senso di cui si fanno portatori anche i bambini, e a cui solo Gesù può dare risposta. Lo scopo della parabola, infatti,  è “rivelare”.
La Scuola Secondaria si è occupata degli aspetti etici del Magistero di papa Francesco, come vengono affrontati in questo grado di scuola. È stata preparata una UDA dal titolo “Custodire l’Umanità verso le periferie esistenziali” , a cui è seguita l’illustrazione di un compito di realtà preparato per le classi quarte di un liceo: conoscere una risorsa del territorio per valorizzarla e proteggerla e provare a sperare in qualcosa di migliore.
Una collega delle superiori, facendo riferimento alla sua esperienza nella scuola, ha poi condiviso una riflessione su come accompagnare gli alunni in una fase di grande disagio della loro vita, come per esempio l’omosessualità. Dire certamente la verità dell’etica cristiana, ma utilizzare nei loro confronti un atteggiamento di accompagnamento.

Potremmo riassumere il tutto nella risposta data da papa Francesco nel 2015 a un dirigente scolastico, il prof Roberto Zappalà, durante il congresso mondiale su “Educare oggi domani, una passione che si rinnova”.
“Educare è introdurre nella totalità della verità. Non si può parlare di educazione cattolica senza parlare di umanità, perché precisamente l’identità cattolica è Dio che si è fatto uomo. Poi viene la fede. Educare cristianamente non è soltanto fare una catechesi: questa è una parte. Non è soltanto fare proselitismo – non fate mai proselitismo nelle scuole! Mai! – Educare cristianamente è portare avanti i giovani, i bambini nei valori umani in tutta la realtà, e una di queste realtà è la trascendenza. Oggi c’è la tendenza ad un neopositivismo, cioè educare alle cose immanenti, al valore delle cose immanenti. E questo non è introdurre i ragazzi, i bambini nella realtà totale: manca la trascendenza. La crisi più grande dell’educazione, nella prospettiva cristiana, è questa chiusura alla trascendenza. Occorre preparare i cuori perché il Signore si manifesti, ma nella totalità; cioè, nella totalità dell’umanità che ha anche questa dimensione di trascendenza. Educare umanamente ma con orizzonti aperti. Ogni sorta di chiusura non serve per l’educazione.”

A conclusione dell’incontro la direttrice ci ha presentato il logo che è stato creato per l’Ufficio IRC.
È stata poi celebrata l’Eucaristia col nostro Arcivescovo S.E. Mons. Francesco Alfano. Durante la messa abbiamo ricordato le colleghe che recentemente ci hanno lasciato, Maria Forte e Giovanna Di Martino.
Augurandoci buone vacanze, cogliamo l’occasione del riposo per pensare a nuovi progetti per il prossimo anno scolastico; un docente non va mai in ferie, continua a lavorare anche sotto l’ombrellone.

 

di Licia D’Auria