La “gioia del Vangelo” per l’ordinazione di 5 nuovi sacerdoti

“La gioia del Vangelo, la gioia della Pasqua, la gioia dell’incontro con il Risorto”: è stato questo il filo conduttore dell’omelia di mons. Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, per l’ordinazione presbiterale di Paolo Anastasio, Emmanuel Miccio, Maurizio Molino, Mario Schisano e Giuseppe Sorrentino. E la “gioia del Vangelo” è stata quella che ha caratterizzato tutta la celebrazione, che si è tenuta nella cattedrale di Sorrento, lunedì 28 aprile, a due anni esatti dall’ingresso ufficiale di mons. Alfano come arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia: si leggeva sul volto prima commosso e poi gioioso degli ordinandi, su quello dei familiari e di tutto il popolo di Dio, che ha partecipato numerosissimo e festante. Sì, è stata “una grande festa della fede”, in cui la comunità diocesana ha “respirato” la gioia di essere una sola famiglia, la “famiglia di Dio” con “un cuore solo e un’anima sola”.
 
Una celebrazione lunghissima, ma vissuta in un clima di partecipazione e gioia dal primo all’ultimo momento. Il cattivo tempo ha costretto a cambiare i piani. Era previsto, infatti, che la celebrazione si svolgesse all’aperto, nel campetto del seminario, accanto alla cattedrale. Si è optato, per la pioggia, di celebrare la messa in cattedrale, ma sono stati sistemati due maxi schermi nelle navate laterali e uno nel teatro della cattedrale, così tutti hanno potuto seguire la celebrazione, anche se moltissimi sono restati in piedi per tutto il tempo. Ma la “gioia del Vangelo” non ha fatto sentire la stanchezza.
 
La messa è iniziata con il suono delle campane a festa, il canto e la lunga processione di diaconi e sacerdoti verso l’altare. Hanno concelebrato con mons. Alfano, l’arcivescovo emerito, mons. Felice Cece, e il vescovo di Teano-Calvi, mons. Arturo Aiello, per lunghissimi anni parroco di San Michele Arcangelo di Piano di Sorrento, dove si sono formati due dei novelli sacerdoti, Paolo Anastasio ed Emmanuel Miccio. Hanno concelebrato anche un’ottantina di sacerdoti dell’arcidiocesi. Nel corteo sfilano anche i cinque ordinandi commossi e concentrati. Una celebrazione complessa con tanti momenti significativi. Dopo la liturgia della Parola, la liturgia dell’ordinazione con la presentazione degli ordinandi, a cui è seguita l’omelia dell’arcivescovo.
“La gioia del Vangelo, la gioia della Pasqua, la gioia dell’incontro con il Risorto: una gioia ininterrotta – ha sottolineato mons. Alfano – da quel primo giorno dopo il sabato: la viviamo anche noi insieme a voi (ordinandi, ndr). È la gioia dei figli che accolgono l’amore del Padre, infinito, misericordioso, benevolo, contagioso, che apre prospettive nuove”. Ricordando la prima comunità cristiana, il presule ha evidenziato che, malgrado le difficoltà e le persecuzioni, a quella comunità non manca la gioia. Le difficoltà, però, “ci riportano alla fatica quotidiana di un’umanità che si lascia coinvolgere in questo annuncio straordinario, ma non ce la fa”. Allora, viene meno la gioia? “No – ha chiarito l’arcivescovo -, non viene meno la gioia, perché non viene da noi, ma è dono di Dio”. Così la prima comunità “si raduna, pur facendo i conti con le umane paure, prega e contempla il disegno di Dio e chiesto una sola cosa: ‘Donaci il coraggio di annunciare, nella libertà, la Tua Parola’. Questa è la gioia della Chiesa”. Ed è la gioia che “da stasera legherà la vostra vita (degli ordinandi, ndr) a Cristo Risorto. Chiediamo per voi la libertà e il coraggio di proclamare la Parola di Dio”. Il ministero a cui sono chiamati gli ordinandi è “esaltante”, ma anche “impegnativo”, perché “si tratta di portare la croce con Gesù”. Perciò, “non bisogna lasciarsi ammaliare dai numeri, dalle folle”.
 
Il colloquio notturno tra Gesù e Nicodemo, ripreso nel passo del Vangelo proclamato durante la celebrazione, “ricorda quanto è importante il contatto personale a tu per tu con un pastore, perché nessuno si senta trascurato. È la premura di Cristo Buon Pastore per ciascuna delle pecore che gli sono state affidate. Spendetevi per questo sull’esempio del Maestro”. Nel dialogo con Nicodemo, “Gesù rivela la novità del Regno, che lo Spirito consente di accogliere facendone esperienza. Dovete rinascere. È questo il Regno: la possibilità di una vita nuova per tutti”. “Non tiratevi mai indietro – è stato l’invito dell’arcivescovo agli ordinandi -, aiutiamoci insieme con tutti i confratelli e l’intera comunità cristiana. Non tiriamoci mai indietro: è possibile rinascere, perché lo Spirito soffia, non in base ai nostri schemi e aspettative, ma ben oltre, apre prospettive nuove, traccia sentieri inimmaginabili, lasciamo che lo Spirito soffi anche nella nostra Chiesa, oggi, in questo momento ancora di più”. Poi un invito: “Non abbiamo paura. Sì, accogliamo il grido di san Giovanni Paolo II: non abbiamo paura di aprirgli le porte di questa terra benedetta, bella, amata, ma anche traviata e bisognosa di un rinnovamento radicale. Insieme non abbiamo paura di aprire le porte al Signore che viene attraverso l’incontro personale con ciascuno di noi, attraverso tutti quelli che il Signore ci fa incrociare nel nostro viaggio. Servi per amore, messi accanto a tutti coloro che passano, bussano, chiedono un po’ di attenzione”. È “l’amore di Cristo che ci possiede. La nostra libertà è messa tutta nelle Sue mani, solo così possiamo spenderci e fare dono di tutti noi stessi. Così crescere come popolo destinato alla grande libertà dei figli di Dio”. di qui l’auspicio: “Sia questo il vostro ministero: allora, sarete ambasciatori, ministri di riconciliazione e potrete essere con il Signore segno della novità dell’amore di Dio che viene, santifica, purifica. Avremo sempre bisogno di alzare lo sguardo verso il Cristo Crocifisso, ma anche sempre illuminati dalla luce della Sua Pasqua di Risurrezione. Ed è una luce che ci consentirà di vedere le tracce del Suo passaggio in mezzo a noi”. “Canteremo così insieme – ha concluso mons. Alfano – il canto dell’amore per annunciare a tutti che Cristo ci ama e ci chiama a essere con Lui testimoni della vita nuova che è venuto a portare a tutti”.
 
Dopo l’omelia i cinque eletti, interrogati dall’arcivescovo, hanno preso l’impegno di esercitare per tutta la vita il ministero sacerdotale, di adempiere degnamente e sapientemente il ministero della Parola, di celebrare con devozione e fedeltà i misteri di Cristo, di implorare la divina misericordia per il popolo di Dio, di essere sempre più strettamente uniti a Cristo sommo sacerdote. Poi, inginocchiati, davanti al vescovo, ciascuno di loro ha posto le proprie mani in quelle di mons. Alfano, promettendo filiale rispetto e obbedienza. I cinque eletti si sono, quindi, prostrati a terra, mentre tutti hanno cantato le litanie dei santi. Altro momento emozionante è stato quando prima l’arcivescovo Alfano, poi mons. Cece e mons. Aiello e tutti gli altri sacerdoti presenti, hanno imposto le mani sul capo di ciascun eletto, in ginocchio. Al termine mons. Alfano ha cantato la preghiera di ordinazione. Subito dopo i cinque, appena ordinati, hanno vestito gli abiti sacerdotali. L’arcivescovo ha poi unto con il sacro crisma le mani di ciascun ordinato e consegnato il pane e il vino a ognuno di loro. Paolo, Emmanuel, Maurizio, Mario e Giuseppe sono commossi, emozionati e sorridenti. Bellissimo l’abbraccio e il bacio di pace con mons. Alfano. I maxi schermi rimandano le immagini di questi abbracci e degli scambi di qualche battuta. Un’immagine tenera di un padre e un figlio che si abbracciano e si parlano. E l’arcivescovo paternamente ha accompagnato con un sorriso gioioso anche l’abbraccio tra i cinque novelli sacerdoti e gli altri presbiteri presenti, che hanno baciato loro le mani, mentre il coro e l’assemblea tutta cantavano “Olio di letizia”. Poi la liturgia eucaristica. Ed è un crescendo di gioia, che illumina il volto dei novelli sacerdoti e di tutti i presenti, sino alla fine della messa. “Abbiamo tanta gioia nel cuore – ha detto mons. Alfano prima della benedizione finale -: ora portiamola nelle nostre comunità, nei nostri paesi”. Sul sagrato della cattedrale tutti si sono accalcati intorno ai novelli sacerdoti per salutarli, festeggiarli e baciare le mani. Ora la festa e la gioia continua nella vita quotidiana dove tutti hanno il compito di annunciare Cristo Risorto, fonte della nostra gioia.

 

di Gigliola ALFARO