Unità Pastorale 13 Gragnano e Servizio Confraternite

“La Cena in Emmaus” nella Chiesa del Corpus Domini in Gragnano

Una lettura artistica e spirituale di Jean Paul Hernandez

Nello splendido scenario della Chiesa del Corpus Domini in Gragnano, prezioso scrigno dell’eucarestia che racchiude opere d’arte dal 500 al 900, l’Unità Pastorale di Gragnano e il Servizio Confraternite, a conclusione dell’ottava di Pasqua, ha avuto in animo di valorizzare il patrimonio storico e culturale custodito dalla città della pasta. Lo ha fatto sabato 10 aprile 2021 con un ospite d’accezione, Padre Jean Paul Hernandez, che ha fornito una lettura artistica e spirituale de “La Cena in Emmaus” di Domenico Morelli (1870-1871) aiutando gli ascoltatori (collegati in streaming) ad andare al di là dell’immagine in sé e a coglierne il profondo significato catechetico e di evangelizzazione che il dipinto vuole trasmettere.

Jean Paul Hernandez, gesuita e direttore della Scuola di Arte e Teologia di Napoli e coordinatore del gruppo Pietre Vive, ha introdotto la tela partendo dalle origini più lontane dell’eucarestia passando in rassegna la teologia che prepara da lontano a questo episodio. Se la cena in Emmaus rappresenta una sorta di narrazione fatta per spiegare alle comunità della fine del I secolo che cosa è l’eucarestia, spiega Hernandez, è da considerare che «spezzare il pane e condividere il vino non è un’invenzione di Gesù ma questo gesto ha radici lontane sia nel paganesimo sia nell’ebraismo». Prima di arrivare alla descrizione della tela del Morelli, padre Hernandez percorre un interessante excursus sulle tre rappresentazioni che la storia dell’arte cristiana ha dedicato all’eucaristia: il cenacolo quale rappresentazione della materialità del rito, la croce quale simbolo della risurrezione al di là del rito e infine l’eucarestia quale anticipazione del banchetto finale.

La Cena in Emmaus racconta di un Gesù in un atteggiamento sovrano, regale e ieratico mentre benedice il pane e Padre Hernandez ha descritto la scena facendo gustare in primis il mirabile contrasto di chiaroscuri che la compongono: il rosso della tonaca, ricordo della passione, rifulge contro la zona nera del dipinto tracciando una ipotetica linea che dal volto di Gesù attraversa il pane e arriva fino al calice. Ciascuno inoltre può ritrovarsi sulla santa scena: solo di uno dei due personaggi, infatti, è noto il nome, Cleopa, dell’altro non è nota l’identità, «siamo noi» continua Jean Paul Hernandez. Interessante inoltre che i due commensali siano un uomo e una donna, una giovane e un vecchio: un espediente, chiarisce il gesuita, che il Morelli utilizza per indicare che anche oggi, Gesù morto e risorto, sta celebrando con tutta l’umanità, uomini e donne, giovani e vecchi, il compimento della storia.

Si congeda con un augurio Padre Hernandez: che anche i nostri occhi, come quelli dei discepoli di Emmaus, possano aprirsi ad ogni messa, «ma allora eri tu, e ciascuno possa tornare a casa con occhi diversi».

Auspicando di proseguire nella lettura artistica e spirituale dell’arte custodita nelle Chiese di Gragnano, chi volesse seguire l’incontro con Padre Hernandez può farlo al seguente link:

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a cura di Ilaria Verderame