Le riflessioni degli studenti del Liceo Scientifico sull’incontro con Don Patriciello

Con grande piacere riviviamo il prezioso incontro avvenuto venerdì 12 aprile, un momento di  profonda riflessione e ispirazione in cui abbiamo avuto il privilegio di ascoltare le parole sagge  e illuminanti di Don Maurizio Patriciello nella suggestiva cornice della Concattedrale di Castellammare di Stabia. L’argomento centrale della serata è stato l’importanza del voto, un  pilastro fondamentale della nostra democrazia e un tema cruciale per il nostro impegno civico e sociale, ma Don Maurizio ha saputo spaziare con maestria su una molteplicità di tematiche, offrendoci uno sguardo ampio e articolato sulla società e sulle nostre responsabilità individuali e collettive. Con entusiasmo condividiamo i momenti salienti di questa straordinaria occasione  di crescita e condivisione.

Don Maurizio Patriciello è nato a Frattaminore, in provincia di Napoli, nel 1955. Dopo anni in  assenza dalla chiesa cattolica, incontra un frate francescano. Grazie a quest’ultimo che lo  avvicina alla fede, lascia il suo lavoro di paramedico ed entra in seminario. Viene poi ordinato  sacerdote e diventa parroco nel quartiere “Parco Verde” di Caivano, sempre nel napoletano. Da  allora è impegnato in prima linea nella battaglia contro la camorra e nella lotta alla tutela del  territorio devastato dalle discariche industriali inquinanti e radioattive, la cosiddetta “Terra dei  Fuochi”. Nel corso di questi anni, ha visto morire per il cancro non solo adulti, ma anche  ragazzi e bambini di 4 anni, oltre che il fratello Franco, sempre per la stessa motivazione.

Il Rione Parco Verde di Caivano, situato nel cuore della città, è un luogo che dovrebbe essere il  cuore pulsante della comunità. Tuttavia, dietro le sue strade animate e i suoi vicoli tranquilli, si  nasconde una realtà più oscura e disturbante, caratterizzata da una serie di atroci vicende che  hanno segnato indelebilmente la storia del quartiere. Tra queste tragiche vicende, una delle più  recenti e sconvolgenti è stata la violenza subita da due ragazzine da parte di giovani poco più  grandi di loro. Questo brutale episodio ha gettato un’ombra di terrore e sconcerto su tutto il  Rione Parco Verde, scuotendo le fondamenta della comunità e mettendo in discussione la  sicurezza e la protezione dei suoi abitanti più giovani e vulnerabili. Le due giovani, inermi e  indifese, sono state vittime di un crimine spregevole che ha scosso la coscienza collettiva e ha  acceso un fuoco di indignazione e ribellione contro la violenza e l’ingiustizia, ma soprattutto  contro la trasformazione del Parco Verde di Caivano in un palcoscenico di terrore e dolore. Lo  stupro è nato in un contesto di forte degrado a cui sono seguite minacce e ricatti utilizzando i  file video e i messaggi contenuti negli smartphone degli implicati nell’atroce vicenda. A tutto  questo si è aggiunto l’ordine di silenzio impartito dai capoclan di zona, ovvero i responsabili  delle piazze di spaccio del Parco Verde. Un velo di omertà si è posato sul quartiere e tra le  poche voci ad alzarsi per chiedere riscatto e unità c’è quella di Don Patriciello, considerato un  prete talmente “scomodo” che ormai gli agenti di scorta non lo perdono di vista nemmeno per  un secondo. La piccola differenza di età tra le ragazzine e gli aggressori ha complicato ulteriormente la  distinzione tra vittime e carnefici. Durante la conferenza, è stata fatta una domanda chiedendo  quali fossero le cause di tali eventi e cosa potesse essere fatto concretamente per prevenirli in  futuro. La risposta del prete è stata netta e diretta: il problema principale risiede nella velocità  con cui i giovani accedono a certe informazioni tramite i loro smartphone. Don Patriciello ha  evidenziato come la pornografia, creata e diffusa dagli adulti, possa avere un impatto distorto  sull’immagine del sesso e sulle relazioni, influenzando negativamente il comportamento dei  giovani. Questa osservazione ha sollevato una discussione più ampia sull’importanza dell’educazione sessuale e della consapevolezza digitale tra i giovani. Don Patriciello ha concluso il suo  intervento sottolineando l’importanza di un coinvolgimento attivo da parte di tutta la comunità  nel contrastare la cultura dell’abuso e della violenza. Solo attraverso una collaborazione  sinergica tra istituzioni, famiglie e educatori sarà possibile creare un ambiente sicuro e protetto  per i giovani, in cui possano crescere e svilupparsi in modo sano e sereno.

Durante l’incontro, Don Maurizio ha innanzitutto ringraziato l’uditorio per essersi recato in cattedrale, ma soprattutto i giovani ai quali spetta cambiare le proprie vite e quelle degli altri per  un futuro radioso, ricco di speranze e cambiamenti. Ha affermato che per ottenere il  cambiamento c’è bisogno prima di tutto di impegno e pazienza, quella che lui ha sempre avuto  per la società e per il territorio del Parco Verde. A Don Patriciello, parroco di Caivano, sono  state assegnate molte etichette, ma sono solo definizioni giornalistiche un po’ limitanti e  “politiche”, che lo ingabbiano senza rendere l’idea di quel che fa e dice, da tempo impegnato a  portare il Vangelo in una delle zone più povere del Paese.

Il giornalista e parlamentare Pd Sandro Ruotolo ha promosso l’iniziativa per la creazione del  Comitato Anti Camorra “Disarmiamo Napoli”, con il sostegno di varie organizzazioni cattoliche  e del vescovo di Napoli, Mimmo Battaglia. Questo comitato si è espresso in maniera critica nei  confronti del Decreto Caivano presentato dal governo. Tuttavia, è importante notare che Don  Patriciello e Marilena Natale, giornalista di Aversa, non hanno aderito al comitato in quanto  oggetto di minacce da parte del clan dei Casalesi. La cronista Marilena Natale è stata costretta a  vivere sotto scorta a causa delle minacce ricevute e sia lei che Don Maurizio sono stati descritti  come “scomunicati” dal giornale “Domani” per essere stati accusati di “intelligenza col  nemico”.

In un’intervista a “Repubblica”, Roberto Saviano ha criticato gli impegni assunti dal governo  definendoli “una sceneggiata di propaganda”. In risposta, Don Patriciello ha replicato su  “Avvenire”  sottolineando la necessità di un “samaritano buono” che offra una mano di aiuto,  anziché profeti di sventure. Recentemente, Don Patriciello è apparso in televisione affermando  che “gli applausi che sono arrivati fino ad oggi, Giorgia Meloni li merita tutti“, infatti la premier  è stata contattata tramite SMS dal parroco e dopo soli otto giorni ha deciso di intervenire in  prima persona a Caivano. Questo semplice riconoscimento ha portato il parroco ad essere visto  come un sostenitore del governo di destra, ma la retorica enfatica e la politicizzazione eccessiva  stanno distorcendo la realtà.

La vera realtà è quella che vede Don Maurizio impegnato a servire la sua comunità,  annunciando il Vangelo con chiarezza e passione. Egli richiama tutti alla consapevolezza che “non basta lo Stato, ci vuole la famiglia“, esortando a preservare l’importanza del nucleo  familiare, così spesso minacciato. Parla di educazione, dei pericoli della pornografia, della  droga, dell’utero in affitto, dell’aborto e della responsabilità degli adulti di fronte a queste sfide.  Questo è il vero impegno di Don Patriciello, che si distingue per la sua dedizione al servizio  degli altri e per il suo impegno morale e spirituale nella società.

L’importanza del voto è la base essenziale dei diritti di uno Stato democratico, poiché  rappresenta il mezzo principale attraverso il quale i cittadini esprimono la propria volontà e  partecipano attivamente alla vita politica della nazione. Recentemente, l’attenzione si è  concentrata sulla Francia, dove è stato introdotto il diritto all’aborto, un argomento che ha  generato ampie discussioni e riflessioni sulla moralità e sui valori fondamentali della società.
Durante la conferenza, è emerso un dibattito approfondito su questo tema delicato. Don Patriciello si è dichiarato contrario all’aborto, sottolineando che questo atto equivale a porre fine  alla vita di un essere umano che avrebbe avuto il diritto di crescere e di vivere. La sua posizione riflette una profonda convinzione morale nella sacralità della vita umana e nell’importanza di  proteggere ogni forma di vita, dalla sua concezione fino alla sua fine naturale. Inoltre, durante la conferenza, Don Patriciello ha espresso la sua contrarietà all’utero in affitto,  una pratica controversa che solleva una serie di questioni etiche e morali. Egli ha evidenziato  che non è possibile separare una madre dal legame biologico con il bambino che ha portato in  grembo per nove mesi. Oltre a ciò, ha sottolineato le difficoltà emotive e fisiche che molte  madri, spesso povere e provenienti da paesi sottosviluppati, affrontano durante la gravidanza e  il parto, rendendo ancor più complessa la questione dell’utero in affitto. Le parole di Don  Patriciello richiamano l’attenzione sulla necessità di considerare attentamente le implicazioni  morali e sociali delle decisioni politiche e legislative che riguardano la vita umana e la dignità  delle persone.

Attraverso il voto esprimiamo il nostro pensiero, tuttavia, votare non è solo un diritto, ma anche  un dovere civico, un’opportunità per plasmare il nostro futuro e influenzare il corso della storia. Il discorso di Don Patriciello ci ricorda l’importanza di votare responsabilmente, senza lasciarci  influenzare dall’economia mafiosa o da una propaganda fuorviante. È fondamentale informarsi adeguatamente sui candidati e sulle loro proposte, valutando attentamente le loro qualità e il  loro impegno per il bene comune, soprattutto in vista delle prossime elezioni di Castellammare. Non possiamo permettere che vecchie consuetudini o interessi personali ci distolgano  dall’esercizio di un voto consapevole e responsabile. Don Maurizio ci esorta a fare valere la  nostra voce e ad avere il coraggio di esprimere le nostre opinioni. È fondamentale ricordare che  coloro che eleggiamo al potere hanno il compito e la responsabilità di agire a favore del  territorio e della comunità che rappresentano. Siamo noi i cittadini che diamo loro il mandato e  che dobbiamo vigilare sul loro operato, esigendo trasparenza, responsabilità e integrità. La nostra partecipazione al processo democratico non si limita al voto; è importante anche  essere attivi e coinvolti nella vita politica e sociale della nostra comunità, monitorando da  vicino le azioni dei nostri rappresentanti e partecipando a dibattiti e discussioni su questioni di  interesse pubblico. Solo attraverso un impegno costante e consapevole possiamo garantire che i  nostri interessi e i nostri valori siano adeguatamente rappresentati e difesi. Inoltre, dobbiamo  essere consapevoli del nostro potere come cittadini: come sottolinea Don Patriciello, i politici  dovrebbero essere pienamente consapevoli del nostro ruolo e del nostro contributo alla loro  elezione. Siamo noi che diamo loro la legittimità e il mandato per governare, e dobbiamo  esigere che rispondano alle nostre esigenze e ai nostri interessi.

Il prete, recandosi al Parlamento europeo, ha catturato l’attenzione di una madre di un ministro  danese, con cui ha condiviso le difficoltà della sua città. In particolare, ha affrontato il tema  delle violenze perpetrate da anni nel Parco Verde, un problema urgente e trascurato per troppo  tempo. È preoccupante constatare che nessuno prima si fosse adoperato per portare questa  questione all’attenzione delle autorità competenti. Ancora più grave è il fatto che non esistano  leggi adeguate che permettano alle forze dell’ordine di intervenire efficacemente e di proteggere  il territorio ormai devastato e ridotto a una discarica a cielo aperto.

La “Terra dei Fuochi” è una zona della Campania caratterizzata da gravi problemi legati alla  gestione illegale dei rifiuti tossici e alla presenza diffusa di attività criminali connesse al traffico di questi rifiuti. Il termine “Terra dei Fuochi” deriva dall’abitudine criminale di bruciare e  seppellire i rifiuti tossici, spesso di provenienza industriale, per liberarsi in modo illecito di  materiali pericolosi. Questa pratica criminale ha avuto gravi conseguenze per l’ambiente e per la  salute pubblica, con la contaminazione del suolo, dell’aria e delle risorse idriche della regione.  Le conseguenze sulla salute delle persone che vivono in queste zone sono state devastanti, con  un aumento dei casi di malattie oncologiche e di altre patologie correlate all’esposizione ai  rifiuti tossici. Purtroppo molti contadini sono costretti a svolgere il proprio lavoro pur sapendo  quanto siano tossici i prodotti derivati da questa coltivazione e ciò incrementa il tasso di  malattie e tumori nel nostro territorio.
Negli ultimi anni, questo problema si è esteso oltre i confini della Campania, diventando un  fenomeno diffuso in altre regioni italiane. Roberto Saviano, giornalista e scrittore, ha  evidenziato questa allarmante diffusione, definendo l’intera Italia come una “Terra dei Fuochi”  in cui la criminalità organizzata continua a sfruttare e danneggiare l’ambiente a proprio  vantaggio. Dietro il fenomeno della “Terra dei Fuochi” ci sono dei veri e propri “professionisti della  malavita” che cercano costantemente nuove terre da sfruttare per i loro loschi affari. Questi  individui senza scrupoli sono pronti a sfruttare qualsiasi debolezza nelle leggi e nelle istituzioni  per proseguire le loro attività illegali, mettendo a repentaglio la salute e la sicurezza delle  comunità locali. Gli industriali del Nord, sfruttando il vuoto normativo e la complicità delle associazioni  criminali, riversano i loro rifiuti e scarti nelle nostre terre meridionali, eludendo il pagamento  delle tasse e compromettendo gravemente l’ambiente e la salute delle nostre comunità. Questo  fenomeno evidenzia un’ingiustizia e un’ineguaglianza strutturale, in cui il Sud viene utilizzato  come discarica per i profitti e gli interessi egoistici del Nord. Spesso si tende a idealizzare il  Nord come un’area di maggiore sviluppo e progresso industriale, contrapponendola al Sud in  una sorta di dicotomia, catapultandoci nell’idea giolittiana del tempo. Tuttavia, la realtà ci  mostra che le pratiche sleali e criminali degli industriali del Nord non sono così diverse da  quelle delle organizzazioni mafiose che operano nel nostro territorio. Entrambi, con il loro  comportamento irresponsabile e avido, mettono a rischio la vita e il benessere delle persone  innocenti, dimostrando una totale mancanza di rispetto per la vita umana e per l’ambiente. Solo  attraverso un impegno collettivo e un voto responsabile senza compromessi potremo garantire  una vita e una società migliore ai nostri figli e a noi stessi.

In molte occasioni, Don Maurizio si è trovato costretto a rivolgere preghiere per la perdita  prematura di giovani ragazzi che, pur non avendo alcuna connessione con il mondo oscuro e  subdolo della criminalità, sono stati vittime di tragiche circostanze. Come sacerdote, è suo  dovere interrogarsi sulle ragioni che portano a situazioni così sconcertanti e dolorose. Per lungo tempo, Don Patriciello ha compreso la gravità della situazione nella “Terra dei  Fuochi”, avvertendo il pericolo imminente che minacciava la salute e la sicurezza delle persone.  Tuttavia, quando ha cercato di sollevare il problema e condividere le sue preoccupazioni, è stato  minacciato di essere denunciato per falso allarmismo. Gli è stato detto che per fare accuse simili  era necessario fornire prove tangibili, altrimenti sarebbe stato accusato di diffondere false  informazioni. Nonostante le minacce e le difficoltà, Don Patriciello ha continuato a sottolineare  l’urgenza della situazione, sperando di essere ascoltato e che le sue preoccupazioni fossero prese  sul serio.

È stato soltanto nel vicino 2021 che il Ministero della Sanità ha confermato ufficialmente ciò  che Don Patriciello aveva sostenuto per anni: c’è una chiara correlazione tra i versamenti di  rifiuti tossici e l’aumento del tasso di tumori. Questa conferma ha portato con sé un senso di amarezza per Don Patriciello. Anche se le sue  preoccupazioni sono state finalmente validate, avrebbe preferito essere smentito. Per lui, vedere  la sua comunità e le persone care soffrire a causa delle azioni irresponsabili degli altri è stato un  peso difficile da sopportare. La conferma ufficiale del legame tra i rifiuti tossici e i tumori ha  sottolineato la gravità della situazione e l’urgente necessità di affrontarla con azioni concrete e  tempestive. Don Patriciello continua a lottare per la giustizia e la sicurezza della sua comunità,  sperando che il passato non vada dimenticato, come ci hanno insegnato i latini “historia  magistra vitae”, e che il futuro sia segnato da una maggiore consapevolezza e azione preventiva  per proteggere l’ambiente e la salute delle generazioni future.

Un giovane ha sollevato una domanda fondamentale durante l’incontro con Don Maurizio:  “cosa possiamo fare affinché gli sforzi compiuti non vadano sprecati e la nostra partecipazione  alla politica (quella con la ‘p’ maiuscola come la definisce Don Maurizio) non cada  nell’indifferenza diffusa?” Il prete ha scelto di condividere la sua esperienza personale,  riflettendo sul percorso che lo ha portato ad agire e ad alzare la voce in difesa dei valori in cui  crede. In passato Don Maurizio ha ammesso di aver avuto una mentalità limitata, pensando che il suo  ruolo fosse semplicemente quello di “fare il prete”. Tuttavia, ha realizzato che era necessario  fare un passo avanti o indietro, e ha deciso di farlo avanti, impegnandosi attivamente nel  dibattito pubblico e nella difesa dei diritti e dei valori che ritiene fondamentali. Ha sottolineato  l’importanza di coinvolgere attivamente gli altri e ha citato l’esempio di Greta Thunberg, una  giovane ragazza che è riuscita a catalizzare l’attenzione mondiale sul tema del cambiamento  climatico. Don Patriciello ha suggerito che se ogni giovane seguisse l’esempio di Greta Thunberg,  potrebbero fare la differenza e attirare l’attenzione su questioni importanti che altrimenti  rischierebbero di passare inosservate. È fondamentale che i giovani si rendano conto del potere  che hanno nelle loro mani e si impegnino attivamente nel plasmare il futuro che desiderano  vedere, partecipando al dibattito pubblico, votando e facendosi sentire. Dunque, il parroco ha  incoraggiato tutti i presenti a non restare in silenzio di fronte all’indifferenza e all’apatia, ma  piuttosto ad alzare la voce e ad agire per portare cambiamenti positivi nella società.

Durante la conferenza, un altro tema affrontato con fervore da Don Patriciello è stato quello degli sfratti nel Parco Verde di Caivano. La questione ha suscitato una profonda indignazione  nel prete, poiché molte famiglie si sono trovate improvvisamente senza una casa per via di una  situazione estremamente complessa. Si è scoperto che molte persone avevano ceduto  abusivamente e illegalmente delle case popolari ad altri, comportamento che, dopo tre decenni,  ha portato il comune a rivendicare il possesso delle abitazioni. La decisione del comune ha  lasciato molte famiglie in una situazione di estrema precarietà, senza un tetto e senza una  soluzione immediata al problema abitativo. Don Patriciello ha espresso la sua rabbia nei confronti di questa problematica, evidenziando la  discrepanza tra legge e giustizia. Da un lato, comprende la necessità del comune di far rispettare  la legge e di recuperare le case popolari che sono state illegittimamente assegnate. Dall’altro  lato, però, non può ignorare il fatto che molte famiglie si sono trovate vittime di una situazione che non hanno creato e che ora si ritrovano senza un luogo dove vivere. Questa situazione mette in luce una delle sfide più complesse della nostra società: bilanciare la  necessità di far rispettare la legge con la responsabilità di proteggere i più vulnerabili e garantire  loro una vita dignitosa. Don Maurizio, con il suo impegno per il bene delle famiglie colpite  dagli sfratti, si trova a incarnare l’importanza di agire con compassione e solidarietà, anche di  fronte alle situazioni più difficili e controverse.
Don Patriciello ci ha ricordato che il voto è uno strumento potente per esprimere le nostre  opinioni e influenzare il corso degli eventi. Ha sottolineato che ogni singolo voto conta e può  fare la differenza nel determinare il destino delle nostre comunità e del nostro Paese nel suo  complesso. Ci ha esortato a informarci in modo critico sulle questioni politiche e a partecipare  attivamente al processo decisionale, votando per candidati e programmi che rispecchiano i  nostri valori e le nostre aspirazioni per il futuro.

Ringraziamo la nostra docente di Italiano e Latino Tiziana Esposito che ci ha informati  dell’incontro: la conferenza è stata una grande opportunità, ci ha ispirato a essere cittadini  consapevoli e attivi, pronti a prendere posizione e a difendere ciò in cui crediamo. Ci ha  insegnato che il voto non è solo un diritto, ma anche un dovere civico che dobbiamo esercitare  con responsabilità e impegno per fare la nostra parte con determinazione e coraggio.

Catello Di Martino, Maria Manzi, Annamaria Sorrentino