“Lourdes è un dialogo nuovo tra me e Dio”: la testimonianza di Francesco

Un giovane volontario al suo secondo anno di esperienza ci racconta le sue emozioni

Ci sono viaggi che non si fanno con i piedi, ma con l’anima. Lourdes, per me, è questo. Il mio secondo anno qui, eppure il cuore ha tremato come la prima volta. Perché ogni ritorno a Lourdes non è mai uguale: è un dialogo nuovo tra me e Dio.

Viviamo immersi in un mondo che chiama libertà ciò che è solo rumore. Un mondo che ci spinge a correre, a dimostrare, a non fermarci mai. Ma la libertà non è nell’avere mille strade davanti, ma nel trovare finalmente quella giusta, anche se stretta, anche se silenziosa.

A Lourdes ho imparato che il silenzio può essere una preghiera, che la fragilità non è una vergogna ma una porta, che la fede non è illusione, ma respiro. Ho visto la libertà nei volti stanchi di chi soffre eppure sorride, in chi dona senza essere visto, in chi, pur piegato dal dolore, trova ancora la forza di dire “grazie”.

E io che credevo di venire per accompagnare altri, ho scoperto che era Dio ad accompagnare me. Mi ha preso per mano in mezzo alla confusione, mi ha spogliato delle paure, delle corazze, delle false certezze. E mi ha fatto scoprire che la libertà più grande è lasciarsi amare, senza condizioni, senza maschere.

Lourdes mi ha insegnato a respirare piano, a guardare lontano, a capire che non serve cambiare il mondo per essere liberi: basta cambiare lo sguardo.

Ora torno a casa con un cuore nuovo.
Con meno rumore dentro, più pace.
Con la consapevolezza che la libertà non si conquista; si riceve. È un dono, fragile e potente, che nasce ogni volta che scegli di credere ancora.

E allora s, in mezzo alle tempeste, alle paure, alle strade incerte, oggi posso dirlo davvero, con gratitudine: che bella libertà ❤️

Francesco Di Noto

condividi su