Mons. Alfano: “Chi vuole seguire Gesù si faccia servo”

Domenica 20 settembre – XXV Domenica del Tempo Ordinario – presenta un passo del Vangelo di Marco:
 
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
 Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
 
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: “I discepoli avevano discusso lungo la strada chi era il più grande. Incredibile! Gesù annuncia di nuovo, con insistenza e maggiore incisività il suo viaggio verso Gerusalemme e la croce, definitivo passo verso la Risurrezione, e, quindi, una scelta dell’ultimo posto per amore. Eppure, i discepoli discutono chi è il più grande, chi conta di più, chi ha il primo posto nel gruppo. È veramente imbarazzante, soprattutto se ritroviamo nella loro storia la nostra storia di discepoli, lontano dal tempo in cui Gesù è vissuto, ma vicini alla sua proposta evangelica e desiderosi di andare dietro a Lui per vivere al gioia di figli e testimoniare la Pasqua.
Quante discussioni nelle comunità cristiane, nelle nostre famiglie, nelle parrocchie, nella Chiesa tutta. Quante invidie, gelosie, permalosità, quanti sottoli tentativi di primeggiare. Il più grande… Gesù non si scandalizza, non si scoraggia, coglie l’occasione di questa circostanza per dare un nuovo insegnamento, che accogliamo anche noi: la Sua parola deve continuamente risuonare, non come una parola che indica una meta lontana o persino irraggiungibile, ma come una parola necessaria per convertirci per rimetterci in piedi e darci la possibilità veramente di seguirLo fino alla fine.
Ed ecco la Sua parola: è quella del servo, dell’ultimo, di colui che sceglie di fare spazio agli altri. È una parola accompagnata dal gesto di porre al centro del gruppo chi conta di meno. Il bambino nella cultura ebraica, ai tempi di Gesù, non è tanto colui che fa tenerezza e deve essere aiutato a crescere, ma quello che conta di meno, quello che vale quanto uno schiavo, che non ha quasi nessun diritto se non quello di attendere qualcuno che lo prenda in seria considerazione. Ecco Gesù, ecco i suoi discepoli, ecco la Chiesa, anche oggi: mettere al centro chi non conta per fargli sentire la tenerezza dell’abbraccio, il coraggio dell’accoglienza, il calore della fraternità, la gioia che si può sperimentare solo nel dare agli altri ciò che noi abbiamo ricevuto per puro dono di Dio. Ecco chi è il più grande: l’ultimo di tutti, il servo di tutti. Così, accogliendo gli altri più piccoli e bisognosi di noi, accogliamo Dio e sperimentiamo la gioia e la potenza del suo amore in mezzo a noi”.
 

XXV Domenica del Tempo Ordinario 20 settembre 2015

Mons. Alfano: “Chi vuole seguire Gesù si faccia servo”

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Venerdì 18 settembre 2015