Mons. Alfano: “Scegliere la via del servizio”

Domenica 18 ottobre – XXIX Domenica del Tempo Ordinario – ci presenta un passo del Vangelo di Marco:

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».

 Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».

 Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano: “Come è stato difficile per i discepoli seguire Gesù sulla via della croce, con le sue parole, le sue scelte e questa meta così drammatica e oscura, incomprensibile. La stessa difficoltà che troviamo noi tante volte nella fedeltà al Vangelo, ogni giorno. Gesù ha pazienza e educa i discepoli, come fa con i figli di Zebedeo che vogliono un posto privilegiato accanto a Lui, nel il suo Regno, scavalcando gli altri. Gesù li educa all’esperienza del dono, alla docilità dei figli, alla drammaticità del servizio, fedele fino al martirio, e, soprattutto, all’ubbidienza alla volontà di Dio.

Anche gli altri che si indignano verso i due fratelli devono essere aiutati, educati, corretti. C’è una divisione nel gruppo: l’uno scavalca l’altro e c’è chi si sente messo da parte e fa sentire con risentimento quello che prova. C’è una tensione che può procurare una divisione, che tante volte sperimentiamo anche noi. Gesù ne approfitta non tanto per rimproverarli, ma per mostrare l’ideale del Regno che si concretizza in un rapporto nuovo all’interno della comunità. Gesù ci ricorda che una cosa è la logica umana di chi vuole prevalere, comandare, affermare se stesso. La comunità di Gesù ha altri criteri.

Quanto è importante per noi ascoltare queste parole e prenderle come chiave di lettura del nostro essere Chiesa, per una testimonianza bella, autentica, efficace. Tra i discepoli del Signore il grande si fa piccolo, servitore; il primo si presenta come ultimo non ipocritamente. Si presenta così perché si riconosce schiavo di tutti. Noi guardiamo Gesù; da Lui riceviamo la forza per stabilire rapporti nuovi e autentici. Non è facile, ma resta vero il dono che Cristo ci fa. È venuto non per farsi servire, ma per farsi servo. Più viviamo di Cristo, più cambiano i nostri rapporti. È bello vedere piccole o grandi comunità, che, ispirate dalla logica del Vangelo, sanno scegliere la via del servizio. Questo mondo ha bisogno di testimonianze belle, autentiche e forti. Facciamo ogni giorno un passo in avanti. Non solo saremo felici, ma renderemo felici gli altri”.

 

Mons. Alfano: “Scegliere la via del servizio”

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Venerdì 16 ottobre 2015