Mons. Alfano: “Solo la parola di Gesù è degna di essere presa in considerazione”

Domenica 13 settembre – XXIV Domenica del Tempo Ordinario – presenta un passo del Vangelo di Marco:
 
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti».
 Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
 E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
 Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
 Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la
salverà».
 
Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:  “Povero Pietro. Ricevere un rimprovero da Gesù non è bello. Proprio Pietro che, prima e più degli altri, ha avuto il coraggio di riconoscerlo come il Cristo. Questo rimprovero è duro. Gesù lo chiama Satana, il tentatore, Satana colui che viene a ostacolare il cammino di Gesù, cercando di deviarlo da dove il Padre lo manda, la via della croce, appena annunciata da Gesù. Sì, Pietro merita un solenne rimprovero da Gesù, ma questo ci mette in imbarazzo, perché Pietro suscita simpatia, amicizia, ammirazione. Pietro, veramente, ci rappresenta. Anche noi, allora, possiamo essere rimproverati da Gesù? Anche noi potremmo essere di ostacolo al cammino del Vangelo, perché prevale la nostra mentalità troppo umana sulla sua, che, pur senza distruggere nulla della nostra umanità, apre prospettive inimmaginabili e introduce nella storia degli uomini il pensiero e il progetto di Dio? Sì, lasciamoci, allora, anche noi toccare da questo rimprovero e domandiamoci perché è giunto a tanto. Pietro, nella sua umana presunzione, ha preteso di rimproverare Gesù: ‘Non ti accadrà mai, non è possibile nella tua vita il fallimento, l’insuccesso, il contrasto, la lotta. No, tu annunci il Regno di Dio, porti la speranza a tutti gli uomini; noi seguiremo questa via’. Pietro ragiona con la sua mente, come facciamo noi, sceglie una via umana, che sembra la migliore, perché il Vangelo deve raggiungere tutti, deve toccare anche i cuori più duri, deve mostrare la forza di Dio. Ma la forza di Dio passa attraverso l’esperienza della condivisione estrema fino alla debolezza radicale della croce. Sì, questo rimprovero che sembra umiliare Pietro e metterlo in disparte, in realtà, è l’occasione per lui, ma anche per noi, di ritrovare la via giusta: mettiamoci dietro a Gesù, riconosciamo Lui e solo la Sua parola è degna di essere presa in considerazione. Non ci saranno risparmiati dolori, fatiche e incomprensioni, ma raggiungeremo con Lui la vera unica vittoria: l’amore di Dio per gli uomini, l’amore dei fratelli che accogliendo Cristo si riconoscono per quello che sono, discepoli in cammino verso il Padre”.
 

XXIV Domenica del Tempo Ordinario 13 settembre 2015

Mons. Alfano: “Solo la parola di Gesù è degna di essere presa in considerazione”

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Giovedì 10 settembre 2015