Mons. Alfano: Chiamati a essere misericordiosi come il Padre

Domenica 3 gennaio- seconda Domenica dopo Natale – ci presenta un passo del Vangelo di Giovanni:
 
In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:  il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
 
Su questo passo di Vangelo ci offre una riflessione il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:“Il Verbo si fece carne: è il centro del mistero che celebriamo nel Natale ed il fondamento della nostra fede cristiana. Il Verbo di Dio, la Parola eterna, il Logos, il Figlio eterno di Dio si è fatto carne fragile, debole, che nasce, vive e muore. La carne di Gesù è la porta che ci consente di entrare nella casa di Dio, nel cuore di Dio, nella vita stessa di Dio. Così c’è scritto nel Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato a Natale e che riascoltiamo in questo tempo natalizio come annuncio contemplativo della vita che viene a vincere la morte, della luce che splende nelle tenebre, della grazia che annulla ogni ombra di peccato. Sì, la carne di Gesù ci fa scoprire e sperimentare la bellezza e la grandezza di un Padre che ci ama; ci fa riconoscere il Suo volto come di Colui che è ricco di misericordia.
Il Verbo si fece carne: è tutto qui il mistero del Natale, il Suo venire ad abitare in mezzo a noi ponendo la tenda dove ci sono gli altri pellegrini. È l’esperienza umana: la condivisione della nostra condizione, il sentirLo vicino in ogni situazione di vita. Tutto questo ci permette di crescere nella fede. Noi Dio non lo vediamo, ma facciamo esperienza della Sua misericordia. Ci vuole veramente bene, ci perdona totalmente i peccati, è venuto a cercarci nella nostra miseria, ha preso su di Sé tutte le nostre debolezze. La misericordia di Dio è veramente infinita, non ci stancheremo mai di contemplarla nell’Uomo Gesù, nel Bimbo Gesù, il Verbo di Dio, che ci rende capaci di testimoniare a tutti la Sua bontà che diventa la nostra bontà. La grazia del Signore è apparsa: non solo siamo amati e perdonati, ma dobbiamo annunciarlo con la nostra vita. Portiamo amore e perdono. Diventeremo così anche noi misericordiosi come il Padre”.
 

II Domenica dopo Natale 03 gennaio 2016

Mons. Alfano: Chiamati a essere misericordiosi come il PadreRiprese realizzate nella parrocchia dello Spirito Santo in Castellammare di Stabia

Posted by Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia on Sabato 2 gennaio 2016