Mons. Alfano: con il Papa un intenso momento di preghiera

“È stata un’emozione intensissima”. Così monsignor Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, definisce quello che ha provato nel suo primo incontro con Papa Francesco, condiviso, giovedì 23 maggio, con gli altri vescovi italiani, in occasione della Professio Fidei avvenuta nella basilica vaticana per l’Anno della Fede e  a conclusione dell’Assemblea generale della Cei. “Ma anche più di un’emozione – aggiunge -: l’incontro con Papa Francesco è stato profondo, segnato soprattutto dall’ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera”. Per il nostro Pastore l’aspetto fondamentale è stato proprio “questo momento intenso di preghiera comune, vissuto molto fortemente. Il Papa pregava e ci aiutava a pregare. Abbiamo ascoltato insieme il Signore. Ed è stato bello, come ha sottolineato all’inizio dell’omelia il Santo Padre, cominciare il nostro incontro dalla preghiera insieme nella basilica di San Pietro, sulla tomba dell’apostolo”.
 
Prima della meditazione, il Papa, rispondendo al saluto del cardinal Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha ricordato, tra i compiti della Chiesa in Italia, quello non facile del dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche. “Ha ricordato ai vescovi qual è il loro compito –  commenta monsignor Alfano -. Il compito dei vescovi è di dialogare con le istituzioni. Ci ha incoraggiati ad andare avanti in questa missione non facile. Proprio nei nostri tempi non facili il dovere dei Pastori è non solo annunciare il Vangelo ma anche, a nome della comunità, tenere aperta ogni porta per questo dialogo, anche in difesa i diritti di ogni cittadino e dei valori fondamentali che vengono come conseguenza dell’annuncio evangelico”.
 
Papa Francesco ha poi invitato alla vigilanza per non correre il rischio di diventare “funzionari” o “chierici di stato”. “Il Santo Padre – fa notare il nostro Arcivescovo – ci ha riportati al cuore della missione di ogni Pastore: l’intimità con Cristo, la contemplazione di questo disegno di salvezza che consente al Pastore di spendersi totalmente per il suo gregge, di camminare insieme con il suo popolo. Il Papa ha parlato di questo bisogno di stare innanzi al popolo per essere un modello da seguire, in mezzo perché occorre condividere anche le sofferenze e indietro perché ci sono quelli che non ce la fanno a tenere il passo. Ma nessuno si deve sentire escluso. L’auspicio del Papa è che il cuore, la mente e la porta del Vescovo e quindi della Chiesa siano sempre aperti a tutti. Questa è una caratteristica fondamentale che nasce dal dialogo con Cristo che il Pontefice ha commentato nel Vangelo di Giovanni, quando Pietro incontra il Signore sul lago di Tiberiade”.
 
Il Santo Padre “ci ha invitato alla vigilanza – prosegue monsignor Alfano – perché tutti possono, lungo il percorso, stancarsi, smarrirsi o cedere alle tentazioni. Il Papa è stato molto esplicito: ha parlato non solo della tentazione del carrierismo, ma anche di quella del danaro. Ha detto che noi non siamo funzionari di nessuno, nemmeno dello stato. Non dobbiamo fare ogni sforzo per mantenere delle strutture, piuttosto dobbiamo servire Cristo nelle persone. Ci ha riportato al cuore del nostro ministero, per aiutare tutto il popolo a crescere nella dimensione della fratellanza”. Nelle parole del Santo Padre il nostro Pastore ha letto “una forte preoccupazione di essere nella comunità un modello di un’incarnazione del Vangelo che ci renda non solo liberi, ma che ci metta a disposizione di tutti quelli che hanno bisogno di essere sostenuti e aiutati, senza scoraggiarci”. Ma “il Pastore vigila perché ha davanti sempre la meta, che è Gesù Cristo. Seguiamo il Signore, perciò dobbiamo stare attenti a non far addormentare la coscienza, come può succedere in un tempo di indifferentismo come il nostro”.
 
Al termine della Professio Fidei il Papa ha salutato ogni Vescovo. “Il saluto – evidenzia monsignor Alfano – è stato cordiale, familiare, vero, profondo, com’è lui, per niente banale. Ha salutato uno per uno, scambiando con ciascuno una parola. Io mi sono presentato e al Papa Sorrento e Castellammare hanno fatto venire in mente la nostra terra bella. Mi ha citato la zia e i suoi parenti che per un periodo sono stati a Castellammare e che poi sono andati via. Io gli ho detto che la nostra diocesi gli vuole bene e prega per lui e lo sente molto vicino. Gli ho portato i saluti e la preghiera di tutta la diocesi”. L’incontro molto intenso di preghiera si è concluso “come un incontro di popolo”. “Il Papa – spiega il nostro Arcivescovo – ha voluto che tutti lo accompagnassero lungo la basilica nel tornare in sagrestia, vescovi, preti e laici, insieme. Un camminare insieme”. “È un’immagine che conservo dentro di me come un invito forte a camminare ogni giorno insieme con coloro che il Signore mi ha messo accanto, senza escludere nessuno”.