Dal vangelo secondo Giovanni
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
Il cammino pasquale, che viviamo nella liturgia di queste domeniche della Pasqua, ci porta ad approfondire il rapporto con Gesù.
Il Vangelo di questa domenica ci rimanda all’ultima cena, quando nella relazione con Giuda si manifesta la verità drammatica, tragica del tradimento e Giuda lascia il banchetto. L’evangelista annotta, paradossalmente, che mentre Giuda esce e porta fuori e dentro di sé la notte, Gesù pronuncia delle parole straordinarie parla della gloria, parla della luce, dice che ora è giunto il momento in cui la Gloria di Dio si manifesta. Sembra una contraddizione, eppure è così nel tradimento di Giuda si manifesta l’amore di Dio, la sua fedeltà all’uomo, egli non è venuto meno, questa è la sua gloria, continuo ad amare; anzi in Gesù che verrà messo sulla croce, come un malfattore condannato, egli mostrerà totalmente la potenza del suo amore. La Gloria di Dio si manifesta così: con Gesù che viene, dice l’evangelista glorificato, viene innalzato, non per essere semplicemente umiliato, ma per essere mostrato al mondo come il vincitore.
Sono parole altissime che solo nella fede possono essere comprese e Gesù non si ferma, potrebbe lasciarsi prendere, umanamente dall’amarezza, dallo scoraggiamento, da un senso anche di rivendicazione nei confronti di chi lo sta tradendo ed invece Gesù affida ai discepoli il suo comandamento, quello dell’amore, dell’amore reciproco.
Dinanzi al male, che sembra sempre più bloccare il progetto di Dio, Gesù lo sta sperimentando nella sua storia che lo porterà alla condanna e alla morte, l’unica risposta è quella dell’Amore.
Gesù lo chiede con forza: i discepoli che vorranno rimanere suoi amici, dovranno testimoniare al mondo non con le parole, ma con i fatti che è possibile amarsi. Amatevi come io ho amato voi, amatevi nel mio amore, amatevi, non solo prendendo esempio da me, ma attingendo al mio amore perché la forza di questo amore può vincere il male, può sconfiggere ogni ostacolo, può trasformare le situazioni più negative e disastrose in occasione di vita, di salvezza e di misericordia.
Questa è la Pasqua, la Pasqua di Gesù, che noi dobbiamo non solo annunciare ma testimoniare con la nostra vita a un’unica fondamentale condizione che amiamo a vicenda come lui ha amato noi.