Mons. Alfano e seminaristi alle pendici dell’Etna

Un impegno fraterno volto ad indirizzare la vita al servizio del Signore e dei fratelli

Affinché possiate progredire ancora di più” (1Ts 4,1). Con queste parole di San Paolo si conclude la nostra esperienza di vacanza e fraternità in Sicilia, alle pendici dell’Etna. Un augurio. Ma ancor più un impegno, da prendere sul serio nell’indirizzare la nostra vita al servizio del Signore e dei fratelli.

Durante questi giorni trascorsi insieme, abbiamo sperimentato la bellezza del vivere concretamente come fratelli, accompagnati dal nostro vescovo don Franco, da don Marino e don Salvatore. Immergendoci tra le sue ricchezze artistiche, la Sicilia bedda ci ha permesso di fare un viaggio nel tempo, dagli antichi greci ai romani, dalle prime comunità cristiane alla dominazione araba, fino ad oggi, con una fede che mantiene ancora una grande semplicità e genuinità. Le rovine greco-romane di Siracusa, i centri storici di Ortigia e Taormina, il centro di Catania con la sua devozione a Sant’Agata.

Salendo poi oltre i 2500 metri, tra i crateri fumanti dell’Etna, abbiamo potuto scoprire la contraddittorietà di quel gigante che tante volte ha portato morte e distruzione, con i suoi terremoti ed eruzioni, eppur che ha reso la sua terra così ricca, fertile, unica al mondo. E di certo le ricchezze gastronomiche siciliane che abbiamo avuto modo di gustare in questi giorni, oltre a deliziare i nostri palati, ci hanno aiutati ad immergerci ancor più nella vera Sicilia, quella buona, genuina, fatta di terra e di mare, di sole e di ospitalità.

Ed ora, con tanta gratitudine nel cuore, non ci resta che riprendere i nostri cammini, con la consapevolezza che mai e poi mai dobbiamo fermarci, accontentandoci della mediocrità, ma sempre il nostro cuore deve tendere in avanti, in attesa del Signore, perché possiamo progredire sempre di più.

I seminaristi