Mons. Alfano: “Il Comandamento dell’Amore è il dono pasquale di Gesù”

Domenica 24 aprile – V Domenica di Pasqua – ci presenta un passo del Vangelo di Giovanni:
 
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.
Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.
Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
 
Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
“Il Comandamento nuovo è una delle Parole più belle che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli prima di morire, come consegna, come testamento, che ascoltiamo in questo tempo di Pasqua. È cosi che Gesù resta presente nella sua comunità. La Gloria di Dio, offuscata dalla croce, risplende nella sua risurrezione, ma come noi oggi possiamo sperimentare la presenza di Gesù? ‘Vi do un Comandamento nuovo’, dice, ma qual è questo comandamento? Tutta la Bibbia lo presenta, lo spiega, lo descrive, lo ribadisce, già prima di Gesù. È il Comandamento dell’Amore, l’Amore reciproco, l’Amore fraterno. Ma Gesù parla di un Comandamento nuovo: nuovo, non perché dica qualche cosa di diverso: ‘Amatevi l’un l’altro, amatevi gli uni gli altri. Dov’è allora la novità di questo amore che dovrà caratterizzare i discepoli di Gesù e che noi tutti dobbiamo sperimentare come distintivo dell’essere cristiani? Sappiamo che non è facile, ogni giorno abbiamo mille difficoltà eppure Gesù ce l’ha lasciato come suo Comandamento. Ecco la novità! La novità è nel fatto che è Lui a consegnarcelo e non solo come qualcosa che dobbiamo fare, ma come un dono.
Il Comandamento dell’Amore fraterno è il dono pasquale di Gesù, Egli ci mette cioè in condizione di amarci non perché ci riusciamo noi, ma perché ce ne dà Lui la possibilità. ‘Come io vi ho amato’. Ci verrebbe da tremare, da dire che è impossibile: come faremo noi ad amarci gli uni gli altri allo stesso modo in cui Gesù ha amato noi? Possiamo riuscirci: è questa la nostra fede, noi crediamo che Lui ci dia la possibilità di amarci e di arrivare a una relazione fraterna intensa ‘come il Padre ha amato me’. È la radice del nostro amore, noi battezzati in Cristo ascoltiamo la Sua Parola, riceviamo da Lui nell’Eucaristia domenicale la forza per poterci amare attraverso il suo Spirito. Gesù lo ribadisce una prima, una seconda, una terza volta, sa che non sarà facile, ma ci ricorda che dobbiamo continuamente ritornare a Lui, ci vogliamo bene fino ad amarci perché Lui è in mezzo a noi e ci dà possibilità.
E questo Comandamento diventa, nelle parole di Gesù, il distintivo, la missione della Chiesa: l’Amore fraterno ci farà entrare nella vita della società, del mondo, delle persone che incontriamo, come i discepoli del Signore. Saremo riconosciuti così come coloro che spinti da Cristo, aiutati da Lui, imparano e crescono in questo amore, imparando a fare della propria vita un dono per il mondo intero”.
 
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