Mons. Alfano incontra Edith Bruck: “Una testimone imbarazzante e una donna straordinaria”

L’Arcidiocesi Sorrento Castellammare di Stabia, ha avuto il privilegio di ospitare Edith Bruck.

Scrittrice, poetessa, traduttrice e regista di grande fama, ha presentato presso il suggestivo sagrato della Cattedrale di Sorrento, il suo ultimo lavoro letterario, Il pane perduto, finalista al Premio Strega 2021 e edito da La Nave di Teseo.

L’autrice di origine ungherese, è nata nel 1931 in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944, poco più che bambina, il suo primo viaggio la porta nel ghetto del capoluogo e di lì ai campi di concentramento di Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta alla deportazione attraverso le sue opere rende testimonianza della grande tragedia del XX secolo.

Hanno dialogato con la scrittrice, Don Carmine Giudici e Tonia Parlato Libreria Eli di Roma; l’evento è stato tramesso sulle pagine social della Cattedrale.

Una donna straordinaria, una scrittrice eccellente, una testimone imbarazzante: Edith Bruck, sopravvissuta ai campi di concentramento, non sembra una novantenne segnata dalla crudeltà bestiale che ha dovuto conoscere nella sua adolescenza. Il suo racconto, imbarazzante e drammatico, si è fatto fin da subito avvincente: ama la vita e non si stanca di comunicare a tutti quelli che incontra quella forza misteriosa che le ha consentito di vedere la luce mentre era avvolta nel buio più totale. Un volto luminoso il suo, capace di suscitare emozioni nascoste e di stimolare propositi di pace. Nessun odio, neppure verso coloro dai quali ha ricevuto solo male. È diventata lei stessa una luce che splende e attrae, conservando la gioia di quella bambina che fu strappata con violenza alla vita ma che non è stata annientata nel suo desiderio più grande, vivere la Vita e contribuire con il suo racconto a rendere questo mondo più umano” – le parole di Mons. Francesco Alfano, provato e stupito, al termine della presentazione.

Quest’anno pastorale è cominciato nel migliore dei modi. Grazie Edith, per questo prezioso regalo, per esserti “intromessa” nel bel mezzo del nostro cammino sinodale.

(Foto Antonino Gargiulo)