Domenica 19 marzo ci presenta un passo del vangelo di Giovanni:
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samarìa chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui cera un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque questacqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di questacqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dellacqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, lacqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente dacqua che zampilla per la vita eterna». «Signore gli dice la donna , dammi questacqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: Io non ho marito. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene lora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene lora ed è questa in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano lun laltro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e laltro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.
Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: Dammi da bere!, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque questacqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?».
Gesù le risponde: «Chiunque beve di questacqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dellacqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, lacqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente dacqua che zampilla per la vita eterna». «Signore gli dice la donna , dammi questacqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: Io non ho marito. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero».
Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene lora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene lora ed è questa in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da lui.
Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano lun laltro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e laltro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».
Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».
Parola del Signore.
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
Lincontro di Gesù con la donna samaritana. Entriamo così nel vivo del cammino quaresimale riappropriandoci di quei segni che ci faranno vivere la Pasqua nella sua bellezza e in pienezza: il segno dellacqua. Quella donna che va al pozzo nellora più calda per non incontrare nessuno, ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe, con tutti i rimandi alla storia del suo popolo, Dio che ha accompagnato i patriarchi, quel Dio che lei porta nel cuore nonostante le sue ferite. E proprio per questo che Gesù la aspetta e la invita ad andare in profondità. Dammi da bere, limbarazzo della donna, la domanda Perché tu mi chiedo questo essendo tu un giudeo? e Gesù che la porta pian piano a tirar fuori il bisogno più profondo. Se tu conoscessi chi è che ti chiede da bere, tu mi chiederesti di essere dissetata da me perché io posso darti lacqua che finalmente risponde al tuo bisogno più profondo: la sete di Dio che tutti portiamo nel cuore. Questa donna che viene aiutata nel suo incontro con Gesù e lo riconosce come un profeta perché addirittura è rimandata alla sua vita affettiva e familiare, i cinque mariti che non ha più, luomo con il quale vive che non è suo marito. Gesù ci riporta pian piano alla verità di noi stessi e apre il nostro cuore. Di chi abbiamo sete se non di Dio? Ed è questa la domanda fondamentale che la donna, come ognuno di noi, porta nel cuore dove è presente Gesù. Dove incontriamo Dio? Dio lo si adora in spirito e verità, Gesù può rivelare a questa donna con le sue sofferenze e i suoi problemi, il suo peccato che la tiene lontana dal Signore, che Dio è dentro di lei. Cosa è lacqua? Questo segno chiaro e limpido, necessario per vivere, purificarsi, per dissetarsi, ci rimanda alla bellezza di Dio, alla necessità della sua presenza, Lui che si è legato a ciascuno di noi. La donna diventa così testimone con i suoi paesani, li porterà da Gesù. Lei che non voleva incontrare nessuno, troveranno Gesù e arriveranno a riconoscere che Lui è il salvatore del mondo e non solo il Messia. Questo straordinario incontro della donna samaritana con Gesù ci invita a vivere incontri straordinari con Gesù. Questo tempo di Quaresima, dialogando con Lui a tu per tu, riappropriandoci e facendo memoria grata del nostro battesimo, facendo emergere le domande fondamentali che portiamo nel cuore. Di cosa abbiamo sete? Cosa ci manca e dove incontriamo Dio? Riusciamo a superare le difficoltà, i problemi, gli ostacoli aprendo il cuore e riconoscendo che Lui è già in noi? Dio, per mezzo di Gesù, possiamo adorarlo come padre nello spirito che Lui ci ha donato e nella verità del suo vangelo.
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