Mons. Alfano nella Domenica delle Palme: “Gesù è la nostra speranza”

Il sole ha accompagnato la celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore a Sorrento. In piazza Tasso è stato allestito un palco dal quale l’arcivescovo, mons. Francesco Alfano, ha benedetto le palme e gli ulivi dei fedeli che si sono raccolti numerosi in piazza per iniziare insieme con il loro pastore il cammino della Settimana Santa. Con questa prima parte della celebrazione si ricorda l’ingresso trionfale di Gesù a Gerusalemme. “Gesù – ha ricordato mons. Alfano – è accolto come un re”.
“Dio, che ama il suo popolo, chiama tutti a essere fratelli”, ha proseguito il presule, che ha invitato a “iniziare la Settimana Santa così, a partire dalle nostre città, accogliendoci gli uni gli altri e scambiandoci i doni che abbiamo e che siamo. Così si costruisce un futuro bello e coraggioso”. Eppure, il nostro è un tempo nel quale “le nostre città sono attraversate da venti di crisi, solitudini e incertezze. Siamo alla ricerca di una pace che non c’è. Dio ci chiede di metterci in cammino e di andare dove le persone soffrono”. Di qui l’appello: “Facciamoci costruttori di pace”.
Mons. Alfano ha anche ricordato che nella Domenica della Palme si celebra a livello diocesano la Giornata mondiale della gioventù. La nostra diocesi ha vissuto questo momento sabato 28 marzo, a Castellammare di Stabia. Il tema scelto quest’anno dal Papa è stato “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio”.
Dopo la benedizione di palme e ulivi, in processione si è giunti in cattedrale, dove mons. Alfano ha presieduto la celebrazione eucaristica. “Gesù – ha ribadito l’arcivescovo nell’omelia – è accolto trionfalmente a Gerusalemme come un re di pace, che viene a portare il dono di Dio”. In realtà, “Gesù è il messia atteso da secoli ed è riconosciuto da un gruppo di uomini e donne, che lo seguono. Gesù è passato in mezzo al popolo facendo bene, guarendo, donando la pace ai cuori afflitti”. Eppure, “è anche osteggiato, incompreso e, infine, incredibilmente condannato. Contro Gesù si accanisce tutto il male del mondo. La folla, in pochi giorni, passa dall’entusiasmo alla richiesta a Pilato: ‘Crocifiggilo’”. Di fronte a questo atteggiamento sconcertante del popolo, però, Gesù risponde come non ci aspetteremmo: “Continua ad amare, benché tradito e rinnegato dai suoi stessi discepoli. Così resta solo. Quando sulla croce grida al Dio perché abbandonato si sente tra le braccia del Padre. Gesù consegna al Padre se stesso per salvare coloro che non hanno capito”. Quale esempio abbiamo dal Signore: “Gesù è l’amore fedele fino alla fine”
“Questo racconto – ha avvertito mons. Alfano – non mette tristezza, piuttosto dona speranza. Il corpo di Gesù non resta per sempre nella tomba. Dio ci ha dato la vita non per togliercela, ma per ridarcela in pienezza”. In questa Settimana, ha esortato l’arcivescovo, “seguiamo Cristo passo dopo passo. In Lui c’è la nostra speranza. Non ci stanchiamo di fissare lo sguardo sul Suo volto, anche quando è sulla croce. E anche noi come il centurione romano possiamo esclamare: veramente quest’uomo è il Figlio di Dio”.
 
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di Gigliola ALFARO