Ieri, Giovedì Santo, con la celebrazione della Messa in Coena Domini siamo entrati nel Triduo Pasquale. Larcivescovo ha presieduto lEucaristia nella Cattedrale di Sorrento, gremita di fedeli. La Pasqua del Signore: Gesù è vissuto per questo momento, si è preparato e ha preparato i suoi amici a vivere in modo unico la Pasqua del Signore, ha sottolineato il presule nellomelia.
Per gli ebrei la Pasqua è un momento importante, ma per Gesù ha rilevato mons. Alfano non è solo un rito, è il dono di se stesso. È la sua vita che si identifica con la Pasqua del Signore. Poco prima di morire, ha proseguito larcivescovo, Gesù apre il cuore e consegna ai suoi discepoli, attraverso il segno del pane e del vino, tutto se stesso. Prendete e mangiate: è la vita stessa di Gesù che viene per sempre donata come segno forte di comunione. I discepoli sono una cosa sola con Gesù. In effetti, la Pasqua diventa dono di Cristo, il quale diventa pane da mangiare ha evidenziato il nostro pastore ; i discepoli, mangiando questo pane, accolgono il dono. Così, il vino, segno della gioia, diventa segno vero e pieno del sacrificio di Cristo.
Cristo ha amato i suoi fino alla fine e- ha sottolineato mons. Alfano e anche dinanzi ai suoi nemici ha continuato ad amare. Il Suo sangue versato rappresenta lamore più grande. Non è un semplice simbolo, ma una presenza reale. Questo dono è Lui. Attraverso i segni della mensa, il pane e il vino, entriamo in comunione con Lui. Infatti, è il dono che il Padre fa affinché i discepoli restino per sempre legati a Lui. Ogni volta che celebriamo lEucaristia è un incontro con il Signore. La Pasqua diventa vita nuova che entra nella nostra storia e apre alle meraviglie di Dio.
Riconciliazione e dono gratuito offerto ha osservato larcivescovo perché non sia un rito esteriore. Gesù ha dato lesempio: come ha fatto Lui, dobbiamo fare anche noi. Gesù si fa servo che accoglie lospite, si fa schiavo lavando i piedi. Dio scende al livello più basso. Il dono è vero, pieno e per tutti. Con lEucaristia riceviamo il dono che il Figlio ci offre e che ci fa sentire figli amati, restituendoci la nostra dignità. Lavare i piedi è un gesto divino perché spalanca la porta del cuore di Dio, che ci accoglie nella sua casa. Da Gesù impariamo ad amarci gli uni gli altri, spalancando le porte del nostro cuore, delle nostre case, delle nostre chiese. Nessuno deve rimanere ai margini.
Di fronte al gesto di Gesù immediata è la reazione di Pietro: La reazione di Pietro ha affermato il presule ci appartiene, perciò chiediamo al Signore: Aiutaci ad avere fiducia di Te. Solo accolti e amati, potremo andare incontro agli altri come servi. Daltro canto, il comandamento dellAmore è quello che unisce la comunità cristiana. I pastori – vescovo e sacerdoti sono chiamati a dare lesempio, affinché ci appassioniamo tutti a questa relazione di amore. Di qui linvito: Non dobbiamo avere paura di amare con tutto noi stessi e così annunciamo al mondo lamore fedele di Dio che ci permette di guardare avanti con speranza.
Dopo lomelia cè stata la lavanda dei piedi, per ricordare il gesto compiuto da Gesù nellultima cena. Mons. Alfano ha lavato e baciato i piedi a dodici ospiti e volontari della mensa interparrocchiale di Sorrento. Al termine dellEucaristia, le ostie consacrate sono state riposte nellaltare della riposizione. Ed è calato il silenzio in chiesa. Silenzio che proseguirà fino alla veglia di Pasqua.
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di Gigliola ALFARO