Mons. Alfano: “Occhi attenti, pronti al Regno di Dio”

Domenica 17 giugno ci presenta un passo del vangelo di Marco:

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura».
Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra».
Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:

Le parabole con cui Gesù parla del regno di Dio aprono il cuore alla fiducia, alla speranza, perfino alla gioia. Così i discepoli li ascoltano insieme alla folla e l’evangelista ce le racconta perché anche noi possiamo lasciarci toccare nel concreto della nostra vita. Ecco, quest’uomo che esce a seminare e la forza del seme e del terreno che, a prescindere dalle attività del seminatore – di giorno, di notte, mentre veglia, mentre lavora, mentre risposa – fa germogliare, finchè non produce il chicco di grano e verrà il tempo della mietitura. Un invito, dunque, a fidarci della forza del regno che non dipende da noi, presi da tanti affanni, preoccupazioni, a volte addirittura con la pretesa che dobbiamo essere noi non solo a dare una mano a Dio, ma organizzare a decidere , a portare frutto da cui dipende l’esito della nostra esistenza, di quella degli altri. Il regno di Dio è l’azione di Dio, èil venire di Dio, è l’agire di Dio in mezzo a noi. Questo dipende da Lui, il nostro compito è seminare, testimoniare, lanciare, questo annuncio di speranza con la voce, con il gesto, con l’azione della nostra esistenza ma la forza è tutta in se. Il regno richiede da parte nostra pazienza, responsabilità nel seminare da una parte ma nel raccogliere quanto egli ci dona e soprattutto grande speranza, fiducia che egli porterà a termine come l’altra parabola. Il chicco di senape, il più piccolo granellino che tuttavia una volta seminato, maturato, diventa una pianta, la più grande tra le piante. Ancora una volta Gesù invita a guardare questo straordinario progetto di Dio che si compie. Certo ci vogliono occhi attenti, dobbiamo essere illuminati dalla fede. Quante volte ci lasciamo andare al pessimismo, al lamento dinanzi alle difficoltà. Se invece leggiamo la storia personale, comunitaria, ecclesiale ma anche del nostro mondo con questa luce speciale che ci viene dal vangelo allora cogliamo questi piccoli segni. Rimaniamo in attesa del grande evento, il compimento della promessa che Dio ci ha fatto: il suo amore che tocca gli uomini e li apre a una realtà nuova, il regno di Dio in mezzo a noi.

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