Mons. Alfano: “Possiamo diventare pescatori di uomini come Simone”

 Domenica 7 febbraio – quinta Domenica del Tempo Ordinario – ci presenta un passo del Vangelo di Luca:
 
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
 
Su questo passo del Vangelo ci offre un pensiero il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
“Sulla barca di Simone. Da lì Gesù predica alla gente, mentre Simone con i suoi amici pescatori conclude il lavoro della pesca che non è andato bene. Dalla barca di Simone risuonano le parole belle che Gesù fa arrivare al cuore di tutti coloro che sono sulla riva ad ascoltare. Sono le parole del regno, dell’amore, della fedeltà. È la misericordia del Padre che viene calata nella vita di ciascuno dei suoi figli. Simone ascolta e quando Gesù si rivolge alla fine direttamente a lui e gli chiede di prendere di nuovo il largo e di calare le reti, nonostante la fatica e l’insuccesso di tanta esperienza finora vissuta, Simone, dopo una prima resistenza, si fida. ‘Sulla tua parola, getterò le reti’. Quant’è importante questa parola di Simone. Ci riguarda tutti. Simone e gli altri discepoli fanno la prima esperienza di chiesa, quella che condividiamo con tanti uomini e donne nelle nostre comunità, con i parenti, con chi ci sta vicino ogni giorno. È la parola di Gesù che ci fa cogliere la novità di Dio, anche laddove tutto sembra ripetitivo, stancante, infruttuoso. Simone fa esperienza di questa benedizione solenne del Signore: la rete piena di pesci, l’aiuto dell’altra barca e finalmente capisce e si getta ai piedi di Gesù, dicendo: ‘Allontanati da me, sono un peccatore.
È l’esperienza che possiamo fare anche noi, ogni giorno con il Signore, dinanzi al suo amore infinito e misericordioso. Scopriamo ancora di più quello che siamo: ben poca cosa, siamo segnati dal peccato e avvertiamo una distanza che sembra incolmabile tra Dio che si rende vicino e noi che siamo schiavi di noi stessi e per questo lontani da Lui. Ma questa è la misericordia. Lui viene a trovarci e a cambiarci. Se sono state aperte le porte del cuore di Dio – e questo Anno santo ce lo ricorda -, anche noi possiamo diventare pescatori di uomini come Simone, testimoni del suo perdono, annunciatori con la nostra vita dell’invito del Signore: ‘Vieni, c’è posto anche per te, perché tanti fratelli e sorelle possano fare insieme a te l’esperienza del Padre che ama i suoi figli’”.
 

V domenica del Tempo Ordinario 07 febbraio 2016

Mons. Alfano: “Possiamo diventare pescatori di uomini come Simone” Riprese realizzate nella Parrocchia Santa Maria di Casarlano, grazie per l’accoglienza.

Pubblicato da Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia su Venerdì 5 febbraio 2016