Dal diario di Don Franco

Mons. Alfano: “Si torna a casa, ma i segni di Lourdes restano per sempre”

Le esperienze belle finiscono sempre presto. Così anche il nostro pellegrinaggio volge al termine, mentre i giorni sono trascorsi veloci e ricchi di intensi momenti di spiritualità. Ogni volta che mi preparo a lasciare Lourdes mi domando cosa ha di così speciale da lasciare a ognuno un messaggio particolare. È vero che i segni sono tanti, dalla natura che immerge il santuario nel contesto del creato all’acqua che qui la fa da padrona, in ricordo del battesimo che ci ha fatti rinascere a vita nuova. Ci sono poi i santi segni della fede, dal Pane di vita esposto tutti i giorni nella cappella dell’adorazione e portato ogni pomeriggio in processione dopo aver vissuto al mattino in gruppi o tutti insieme la celebrazione eucaristica al Popolo di Dio radunato da ogni parte della terra per farsi qui pellegrino di speranza e di amore. C’è ancora il segno più evidente e concreto, che ha caratterizzato Lourdes fin dal tempo delle apparizioni: la presenza dei malati, numerosi e di ogni tipo, curati con affetto e premura da tantissimi volontari di ogni età e condizione, desiderosi di essere sanati nel corpo e ancor più nello spirito.

Il segno che però tutti accomuna e che, tornati a casa, continua a parlare al cuore di ogni pellegrino è senz’altro la Grotta. Non ha nulla di speciale. Eppure milioni di persone si sono soffermati a pregare davanti a questo roccia, che nasconde un segreto speciale nella sua nudità. Rimanda infatti al sepolcro di Cristo, che ha accolto il corpo senza vita di Gesù di Nazaret e che è stato unico silenzioso testimone dell’opera meravigliosa del Padre quando ha risuscitato il suo Figlio e lo ha costituito Signore dei vivi e dei morti. Sì, la Grotta di Massabielle parla a tutti con il suo affascinante silenzio. Rimanda alla sofferenza del mondo, al peccato che divide gli uomini e i popoli, alla morte che continua a seminare terrore anche in forme incredibilmente crudeli. Questa Grotta non si stanca di accogliere le preghiere, le lacrime e i desideri nascosti di uomini e donne che da tante parti del modo vengono qui a deporre le loro angosce e speranze, restando in fiduciosa attesa di un’alba nuova in cui sorgerà il sole della giustizia e risplenderà finalmente su tutta la terra. 

Bernadette ne ha fatto esperienza, gratuita e inattesa come sono sempre i doni di Dio. Oggi la Grotta continua a parlare a chiunque si ferma anche solo per qualche istante là dove lei ha dialogato con il Cielo e ha contemplato nella Bella Signora ciò che Dio vuole fare in ciascuno dei suoi figli. Ecco perché si va via da Lourdes sempre con un senso profondo di gratitudine e di stupore: vale la pena continuare il cammino, avendo fissa la meta e senza fermarci per strada o tirarci indietro. Ci aspetta la gioia della vita dei figli, nella pena comunione che il Padre ci donerà se avremo seguito il suo Figlio sulla via della fraternità e della pace”.