Mons. Alfano: “Sperate, vegliate e abbiate il cuore alleggerito”

Domenica 2 dicembre ci presenta un passo del vangelo di Luca:

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:

Alzate il capo, la vostra liberazione è vicina.

Comincia così l’Avvento, con queste parole che Gesù pronuncia aprendo i nostri cuori non alla paura, al terrore, all’angoscia, ma alla speranza. Lui promette, nel giorno in cui il figlio dell’uomo, il Signore della storia, il vincitore sulla morte, Gesù Risorto risorgerà. Ce L’ha promesso e avverrà. Non sappiamo quando, non sappiamo come, ma scorgiamo nei segni della nostra vita, nella storia dell’intera umanità attraverso le sofferenze, le angosce, i problemi, i piccoli germi della vita nuova che egli ci ha promesso. Dunque non andiamo verso il baratro, verso l’abisso. Andiamo verso l’incontro con il Signore e la speranza dei credenti, dei discepoli di Gesù, è proprio dovuta all’attesa di quel giorno. L’avvento ci rimette in condizione di poter sperare perché aspettiamo. Tante volte ci dimentichiamo, spesso non ci pensiamo. Eppure lo scopo della nostra esistenza, ci ricorda Gesù nei travagli della vita non è solamente combattere, pazientare, andare avanti, è attendere il giorno della festa, la liberazione. Il giorno in cui saremo talmente riempiti della gloria di Dio che tutto ciò che ha significato sofferenza, preoccupazione, angoscia, tutto ciò che segna e appesantisce il cammino dell’umanità, sarà sconfitto per sempre. Ecco perché dinanzi all’attesa del Signore che viene, la parola di Gesù risuona forte come una esortazione: vegliate. Ce lo ripete Gesù, vegliate, state svegli. Perché ci si può addormentare, ci si può stancare, scoraggiare, non si pensa più al giorno della festa, presi come siamo dai problemi quotidiani. Gesù ci invita a tenere i cuori non appesantiti ma alleggeriti. Togliamo tutto ciò che è di peso, quante cose ci pesano. Lasciamoci riempire dalla gioia del Signore e andiamo incontro a Lui e incontro ai fratelli. Si veglia amando, si veglia servendo, si veglia tenendo desta la speranza soprattutto nel cuore di coloro che per un motivo o per un altro l’hanno persa. Dio vuole per mezzo del suo figlio radunare tutti gli uomini. Chiede a tuti noi di collaborare e di testimoniare per la gioia di questo incontro.

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