Mons. Alfano: Tutti possono ricevere dal Signore l’annuncio della libertà e sperimentarne la bellezza.

Dal vangelo secondo Luca

Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».

Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione, il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:

Gesù nella sinagoga di Nazareth.

È un momento importante della sua missione, dopo aver cominciato a predicare il Regno, a girare per i villaggi della Galilea, a predicare nelle sinagoghe, a incontrare la gente, torna nel suo piccolo villaggio a Nazareth.

Lì il Vangelo ce l’ho presente così: di sabato nella sinagoga dove è cresciuto, dove ha imparato ad amare la Parola, le Scritture, a pregare con la sua gente lì, partecipa alla preghiera comune lì legge dal libro di Isaia, gli viene dato il rotolo, quel passo che lo segnerà per sempre. Chissà quante volte l’aveva già ascoltato, “lo Spirito del Signore e sopra di me!” lo legge e continua la lettura, quelle parole che hanno suscitato attesa, speranza, fede sempre più forte nel popolo di Israele, “per questo mi ha mandato per predicare un anno di grazia del Signore, la liberazione per i carcerati, la libertà a coloro che vivono l’oppressione, portare la gioia ai poveri” sì le parole di Isaia risuonano in quella sinagoga per la bocca stessa di Gesù che è ascoltato dei suoi paesani. Poi tutti, in silenzio, attendono una sua parola di commento, lo guardano.

Che bella immagine, ci riguarda da vicino, anche noi siamo familiari di Gesù, lo conosciamo, frequentiamo, impariamo ad apprezzarne, non solo il messaggio ma la vita, è Dio che ci parla attraverso di Lui. Fissiamo lo sguardo sul suo, perché pendiamo dalle tue labbra e aspettiamo, anche oggi, ogni giorno nella liturgia domenicale, ma sempre, una parola che sia significativa per noi.

Ecco il commento di Gesù breve, lapidario, ma assolutamente sorprendente, “oggi questa parola che voi avete ascoltato si compie”. Si è vero, con Gesù la parola non viene più solo detta, spiegata, non annuncio solo un tempo che verrà in cui Dio manterrà la sua promessa, con Gesù questa parola si è fatta vicina a noi Lui è la Parola di Dio, in lui si incarnano tutte le promesse, non dobbiamo più aspettare, ora è il tempo di accogliere.

I poveri possono veramente gioire, gli schiavi, i prigionieri, tutti coloro che portano una sofferenza, un impedimento, un condizionamento, possono ricevere dal Signore l’annuncio della libertà e sperimentarne la bellezza. Si tratta di fare l’esperienza che quel giorno fecero a Nazareth ascoltarlo, accoglierlo e lasciarci riempire dalla sua presenza.

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