Mons. Alfano: veramente grati a Benedetto XVI

L’11 febbraio 2013 un “ciclone” si abbatteva sulla Chiesa cattolica: Benedetto XVI annunciava la sua decisione di lasciare il pontificato a partire dal 28 febbraio dello stesso anno. “Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”, affermò il Papa in latino, durante il Concistoro, sorprendendo tutti.
 
A distanza di due anni si guarda in modo più sereno a quel momento. “Più tempo passa da quel giorno che ci trovò impreparati e ci fece avvertire lo smarrimento – osserva il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano -, più ci rendiamo conto della grandezza di quel gesto, non solo a livello personale di spiritualità e di santità di vita, ma proprio di indicazione profonda e feconda per la vita della Chiesa”. Da allora, evidenzia il nostro pastore, “nulla è più come prima a livello di azione pastorale, di considerazione del ministero, di atteggiamento nei confronti del servizio da offrire”.
 
Quel gesto davvero “forte e straordinario”, per il presule, “è stato portato avanti con coerenza estrema, nel silenzio, nella preghiera e nella presenza forte anche oggi, non solo attraverso il suo magistero con il quale ha guidato la Chiesa”. Infatti, spiega mons. Alfano, “noi avvertiamo vicino Benedetto XVI, non solo per il rapporto con Papa Francesco. Le sue uscite, seppure momentanee, ci hanno fatto percepire il suo ministero di intercessione e di accompagnamento, di indicazioni e di fiducia nel Signore”.
 
L’atteggiamento di Papa Ratzinger indica alla Chiesa un percorso da parte di una persona che è stata capace di mettersi parte: “Non è solo uno stile personale, è un modo diverso di essere all’interno della Chiesa, a partire da noi pastori e per tutti quelli che svolgono un servizio, per tutti i cristiani nei confronti del mondo – chiarisce l’arcivescovo -. La Chiesa non vive per sé, non esiste per sé, non deve attrarre a sé, deve attrarre a Gesù Cristo e, tramite Lui, al Padre e deve indicare la strada sapendosi anche mettere da parte. Non possiamo autocentrarci”. In questo senso “cresce la grandezza di Papa Benedetto. Gli siamo veramente e profondamente grati, perciò preghiamo per lui, sapendo che lui sta pregando e offrendo per noi non solo il sacrificio dell’età, ma tutto quello che comporta. E, poi, è stato il nostro Papa: quindi, porta dentro di sé la fatica di un cammino di fedeltà e di santità della Chiesa”.

 

di Gigliola ALFARO