Mons. Alfano: viviamo la gioia di Dio che viene in mezzo a noi

Domenica 18 dicembre – IV domenica di Avvento – ci presenta un passo del vangelo di Matteo.
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.
Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
 
Su questo passo del Vangelo, ci offre una riflessione il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano:
 
“Non temere Giuseppe”
In questa quarta domenica di Avvento preparandoci al Natale prossimo, la liturgia ci fa sperimentare come Giuseppe vive la  gioia e la trepidazione davanti al Signore che viene. Il vangelo di Matteo ci porta per mano attraverso l’esperienza umana e profondamente religiosa di Giuseppe, uomo giusto, sposo di Maria. Giuseppe messo dinanzi ad una storia che non sa interpretare, che deve leggere non solo con quanto porta nel cuore ma alla luce di un disegno più grande, quello di Dio. Giuseppe è invitato a non avere paura, deve solo fidarsi di Dio e la sua sposa, che porta con se questa creatura che deve dare alla luce, è lo strumento di Dio, il segno che Dio gli offre per poter realizzare fino in fondo il suo disegno. “Non temere Giuseppe” e Giuseppe si fida di Dio. C’è tutto un suo cammino, c’è l’ascolto del Signore, c’è un comprendere non tutto quello che sta accadendo ma la presenza di Dio nella sua vita. Dio è intervenuto nella storia di Maria e Giuseppe e il bimbo che nascerà sarà colui che è atteso dal popolo di Israele, sarà il compimento delle promesse, è il messia che nasce dalla vergine. Giuseppe non ha le prove, non accade nulla di eclatante, non vi è un miracolo davanti ai suoi occhi ma nel cammino di fede della sua storia di uomo credente lo porta ad aprire le porte della sua vita al Signore che viene. Si sveglia dal sonno, esce dalle tenebre, non ha paura di mettersi totalmente nelle mani del Signore e fa quello che gli è stato detto. Non c’è modo migliore per prepararci anche noi al Natale che superare la paura. Fidarci di Dio, riscoprire la forza della fede e accogliere così il Signore Gesù che viene nella nostra vita come il dono più grande di Dio. Fidarci di Lui, ascoltare la sua parola, riconoscerlo nella nostra storia, nelle persone che ci sono accanto, soprattutto nei piccoli, nei poveri, nei sofferenti e avere il coraggio di fare ciò che il Signore ci chiede. Non c’è modo migliore di vivere nel mistero del Natale la gioia di Dio che viene in mezzo a noi. 
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