Mons. Zama raccontato dal Prof. Casavola e don Antonio Cioffi

Il 7 Luglio u.s. si è tenuta a Sorrento una serata in ricordo di Mons. Antonio Zama, in occasione della traslazione delle sue spoglie mortali in cattedrale.
Prima della Celebrazione Eucaristica, c’è stata una sua commemorazione nel Teatro S.Antonino. Mons. Zama divenne arcivescovo di Sorrento e Vescovo di Castellammare di Stabia nel 1977. Le due Diocesi che gli erano state affidate avevano ciascuna la propria totale autonomia, pur se unite nella persona del Vescovo. E’ utile ricordare che un provvedimento della Santa Sede le unificherà il 30 Settembre 1986, con la nuova denominazione “Arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia”.
Tali date, come quella della sua morte, avvenuta il 7 Luglio 1988, sono state richiamate più volte nel corso di quella che è stata una testimonianza a più voci, della sua missione sacerdotale ed episcopale.
Dopo il saluto di benvenuto ai tanti partecipanti, il Prof. Gianfranco Aprea ha letto una lettera dei Presidenti Nazionali della FUCI che, pur se impediti dal partecipare direttamente, a nome della associazione da loro rappresentata, hanno voluto manifestare il ricordo per quel mai dimenticato Vice-assistente Nazionale.
Il prof.Aprea ha poi introdotto brevemente alla visione di un documentario dedicato al Mons. Zama, realizzato dall’Azione Cattolica Diocesana, che è intitolata proprio a lui.
Hanno poi di seguito preso la parola Don Antonio Cioffi (file audio del contributo), Direttore dell’ISSR della nostra diocesi ed il Prof. Francesco Paolo Casavola, Presidente emerito della Corte Costituzionale.
Don Antonio Cioffi ha tratteggiato il profilo pastorale di questo nostro presule, informando i più giovani e facendo rivivere ai più anziani una pagina di storia ecclesiale e sociale a cui, a vario titolo, avevano preso parte. Seguendo la sua sensibilità di storico, Don Antonio ha anzitutto collegato la figura e l’opera di Mons. Zama, al suo immediato predecessore Mons. Raffaele Pellecchia, definito dal relatore “un vescovo veicolato dal Concilio”.
Anche per Mons. Zama il Concilio è sempre stato un riferimento fondamentale. Come non ricordare i suoi frequenti richiami alla centralità della Parola di Dio, al dettato della Sacrosantum Concilium, alla dignità del laicato.
Don Antonio ha ricordato il legame profondo che il Vescovo aveva con la FUCI e con l’Azione Cattolica, e che questa affezione non gli aveva impedito di promuovere forme antiche e nuove di aggregazione laicale. Il relatore ha, di seguito, sottolineato l’attenzione di Mons. Zama per la cultura, per le questioni sociali e per i sofferenti.
Don Antonio ha ricordato le tante personalità sia del mondo ecclesiale sia della vita politica italiana, con cui Mons.Zama era entrato in contatto fin dagli anni giovanili: Mons. Costa, Mons. Montini, Aldo Moro, Giulio Andreotti,…
Don Cioffi ha concluso la sua “testimonianza” con il ricordo dell’unificazione delle due Diocesi e delle difficoltà che il Vescovo si trovò a dover affrontare. A distanza di anni si è realizzata la “purificazione” della memoria, come ha avuto modo di dire Mons. Cece in un recente convegno.
Dopo Don Antonio ha preso la parola il Prof. Casavola, che ha conosciuto Mons. Zama fin dagli anni giovanili. Dal suo racconto (file audio del contributo) è stato messo in luce quel mondo di fermenti spirituali, teologici e culturali che, operante in Napoli, in Italia e nel Mondo, giungerà a maturazione nella stagione del Concilio. Mons. Zama era, in quegli anni, Cappellano Universitario nella Chiesa di San Marcellino, in Napoli. Lì si riuniva il mondo universitario, per la Messa domenicale e per le altre celebrazioni nei tempi “forti” dell’anno. É stata tratteggiata la figura di un sacerdote dedito alla confessione e alla direzione spirituale che orientava alla libertà ed alla responsabilità. Un sacerdote capace di attualizzare il Vangelo, con un’esposizione pacata e coerente. Don Zama, come da allora continueranno a chiamarlo amici e discepoli, aveva un’attenzione particolare per la concretezza dell’esistenza. Gli studi teologici nei seminari del tempo offrivano una formazione che era meno di S.Tommaso e più della seconda scolastica. Erano anche gli anni dell’umanesimo integrale di Maritain e del personalismo comunitario di Mounier. Don Zama non si legava a nessun autore, ma da napoletano sapiente, tutto rielaborava. Egli fu un intellettuale a tutti gli effetti, curioso di tutto e tutto cercava di conoscere ed approfondire. Il Prof.Casavola ha ricordato che, diventato Assistente centrale della FUCI, Don Zama cominciò a visitare tutte le città che erano sedi di università, allacciando rapporti di stima e cordialità con tutti i docenti ed interessandosi a tutte le problematiche del mondo accademico italiano.
Il relatore ha evidenziato, inoltre, la passione alta di Don Zama per la politica, caratterizzata dalla capacità di comprendere i fatti e di saper prevedere sviluppi di situazioni ed avvenimenti futuri. La sua presenza in FUCI e nei Laureati di Azione Cattolica, lo mise in contatto con eminenti personalità della vita pubblica italiana. Di alcuni fu amico. In particolare modo lo fu di Aldo Moro e venne fortemente segnato dalla sua tragica fine. Il relatore ha poi insistito sulla cura delle relazioni amicali che Don Zama ha sempre avuto: chi lo incontrava anche dopo molti anni di lontananza, veniva accolto da un affettuoso e napoletano “ueh!”, come segno di un dialogo mai interrotto. 
Il Prof. Casavola ha concluso il suo intervento con l’augurio, frutto di cristiana speranza, di sentire nuovamente nel “mondo delle cose nuove” il suo “ueh!”. 
Ha fatto seguito la Celebrazione Eucaristica, presieduta da Mons. Francesco Alfano. Durante l’omelia il Vescovo ha avuto modo di ricordare alcuni tratti salienti di Mons. Zama e, tra l’altro, richiamando l’insegnamento di Papa Francesco, ha ricordato che l’annuncio del Vangelo deve vederci tutti impegnati come buoni operai.
Prima del saluto finale, Mons. Alfano ha benedetto la tomba che ha accolto le spoglie mortali di Mons. Zama.
 

 

di Gianfranco CAVALLARO