Motu Proprio del Papa. Mons. Alfano: “Per il bene della comunità , ogni pastore vigili su preti e fedeli”

Le messe in latino e con il sacerdote rivolto verso l’altare, non si potranno più celebrare nelle chiese parrocchiali, eccetto casi straordinari autorizzati dal vescovo diocesano. Questa la decisione del Pontefice, che ha pubblicato un Motu Proprio modificando così le norme delle celebrazioni nella liturgia precedente il Concilio.

La decisione di Papa Francesco ci aiuta a fare chiarezza e a crescere nell’unità: la liturgia non può essere motivo di divisione né è pensabile che la Messa sia il pretesto per contestare l’insegnamento della Chiesa, solennemente sancito dal Concilio. Purtroppo, come sottolinea il Papa, alcuni avevano abusato delle facoltà concesse dai suoi predecessori e sostenevano che il Vaticano II si era allontanato dalla grande tradizione. Celebrare invece in comunione con tutta la Chiesa, significa fidarsi dello Spirito che la guida e aprirsi alle esigenze del Popolo di Dio, chiamato a fare memoria della Pasqua mettendosi in ascolto della Parola ed elevando l’inno di ringraziamento a una sola voce. Mi colpisce il coinvolgimento diretto e la responsabilità che viene riconosciuta a ogni singolo vescovo: per il bene della comunità tutta, ogni pastore deve vigilare e aiutare preti e fedeli a crescere nella comunione, attraverso il rispetto dell’unica liturgia che viene celebrata in tutta la Chiesa. Abbiamo ancora tanto cammino da fare nell’attuazione della riforma liturgica, che richiede una partecipazione attiva e fruttuosa di tutta l’assemblea convocata. Il nostro impegno si fa più intenso e concreto, per testimoniare a tutti la gioia del Vangelo che può trasformare la società nella misura in cui noi per primi ci lasciamo toccare il cuore e ci apriamo a rapporti veramente fraterni, senza escludere nessuno” – il commento di Mons. Alfano