Oggi a Palermo la beatificazione di don Puglisi, ucciso dalla mafia in odium fidei

Don Pino Puglisi, primo martire della mafia della Chiesa palermitana, è beato e la sua festa sarà il 21 ottobre. Questa mattina a Palermo, si è svolta la cerimonia della beatificazione del sacerdote siciliano, assassinato da Cosa nostra nel 1993. A presiedere il rito sono stati il cardinale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo, con il cardinale Salvatore De Giorgi, inviato di Papa Francesco.
 
In ottantamila hanno acclamato la beatificazione di don Pino Puglisi, prete che ha combattuto la mafia con il Vangelo, cercando di salvare l’uomo. Al Foro Italico Umberto I di Palermo, il parroco di Brancaccio ucciso da Cosa nostra è stato elevato agli onori degli altari dal cardinale Salvatore De Giorgi, delegato del Papa. Seminatore di perdono e di riconciliazione, l’ha definito il porporato, leggendo la lettera apostolica e annunciando che la celebrazione della sua festa sarà il 21 ottobre di ogni anno. Grande la commozione della folla nel momento in cui è stata scoperta l’immagine del beato, accanto al palco. Quel giorno dell’omicidio – ha detto il postulatore della Causa di beatificazione, mons. Bertolone – Palermo pianse, oggi è nella gioia perché da quel sangue è nato un popolo nuovo.
 
Il sorriso di Don Pino, sono state le parole del cardinale arcivescovo di Palermo, Paolo Romeo nel corso dell’omelia, ci unisce tutti:
“La Chiesa riconosce nella sua vita, sigillata dal martirio in odium fidei, un modello da imitare in ogni sua scelta”. Un’omelia forte quella del cardinale Romeo, in cui è riecheggiata più volte la parola mafia, in cui l’arcivescovo ha puntato diretto il dito contro le cosche. Don Puglisi, ha detto, “sottraeva alla mafia di Brancaccio consenso, manovalanza, controllo del territorio”.
Così “la mano mafiosa, che quel 15 settembre 1993 lo ha barbaramente assassinato, ha liberato la vita vera di questo ‘chicco di grano’. Quella mano assassina ha amplificato, oltre lo spazio ed il tempo, la sua delicata voce sacerdotale e lo ha donato martire non solo a Brancaccio, non solo a Palermo, non solo alla Sicilia e all’intera nazione italiana, ma al mondo intero, alla Chiesa cattolica”.
 
E fu in odio a questa fede che la mafia uccise don Pino: “La verità è che i mafiosi – che spesso pure si dicono e si mostrano credenti – muovono meccanismi di sopraffazione e di ingiustizia, di rancore e di odio, di violenza e di morte, che nulla hanno a che fare con il Vangelo della vita che Gesù è venuto a portare nel mondo”. Il cardinale Romeo ha quindi voluto poi ricordare altre vittime di mafia, suscitando commozione tra gli astanti e un lungo applauso:
“Lasciatemi ricordare oggi – tra gli altri – i magistrati Rosario Levatino, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino… Come dimenticare il sacrificio di tante persone di buona volontà!”.
L’azione assassina dei mafiosi, ha quindi detto in chiusura l’arcivescovo, ne rivela la vera essenza: “Essi rifiutano il Dio della vita e dell’amore”.
Il cardinale Romeo ha poi consegnato ai presenti le durissime parole che Giovanni Paolo II pronunciò nel 1993 dalla Valle dei Templi”: “Nel nome di Cristo, di questo Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è la Via, Verità e Vita lo dico ai responsabili convertitevi!
Un giorno verrà il giudizio di Dio! Beato martire Giuseppe, il tuo sangue continuerà a fecondare questa Chiesa!”.
Un lungo applauso e un volo di colombe bianche, così la Chiesa di Palermo e i fedeli hanno espresso la loro gioia allo svelamento della foto del beato Pino Puglisi, appena elevato agli onori degli altari. Festante e commossa la partecipazione dei tanti che sono giunti al Foro Italico.