Ordinazioni Diaconali

Domenica 13 gennaio l’arcivescovo, mons. Francesco Alfano, ha presieduto l’ordinazione diaconale di Michelangelo Gargiulo, Salvatore Abagnale e Alessandro Colasanto.
Hanno concelebrato mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, e una settantina di sacerdoti. Una cattedrale gremita ha festeggiato i neo diaconi, a dispetto della pioggia.
 
A Michelangelo Gargiulo, uno dei tre nuovi diaconi, abbiamo chiesto di parlarci di cosa significa per un giovane diventare diacono.
“Il diaconato – dice – è un sogno che si avvera nella mia vita, un sogno coltivato da tempo”.
In particolare, racconta Michelangelo, “il mio cammino è durato un po’ di più, ma l’attesa l’ha reso ancora più bello. È un sogno che nel mio caso sta a significare la consacrazione di me stesso all’amore di Dio, quell’amore che mi ha chiamato e per il quale ho deciso e voluto di essere a suo servizio”.
 
Perciò, “il significato principale dell’essere diacono è proprio di essere al servizio di questo amore”. In realtà, confessa il neo diacono, “il mio sogno di giovane è sempre stato di essere al servizio degli altri, di poter amare gli altri, di mettermi a disposizione. Alla fine il Signore non ha fatto altro che prendere questo sogno e renderlo reale e visibile attraverso il diaconato. Il mio sogno è stato messo a disposizione della grazia di Dio. Il Signore non ha modificato i miei sogni, li ha ampliati attraverso il ministero del diaconato, adesso, e poi in seguito con il presbiterato”.
 
Per Michelangelo, “è il sogno in sé che è importante per un giovane, parlo non solo per me, ma per tutti i giovani. ogni giovane che ha un sogno d’amore può diventare per il mondo un segno di speranza, come il diacono. Qualsiasi sogno, fatto alla luce della fede e della Parola di Dio e in ascolto del sogno che Dio ha su di noi, diventa un sogno di servizio, d’amore, di condivisione. Ognuno ha una chiamata, una vocazione: al presbiterato, alla vita consacrata, al matrimonio, al lavoro, allo studio. Dobbiamo saper mettere i nostri sogni a servizio del sogno di Dio”.
 
Durante l’ordinazione diaconale, sono state tante le emozioni vissute, ma il diacono ne segnala una in particolare: “Il momento della prostrazione. È stato un momento fortissimo, di una pace infinita. Ho avvertito un senso di calore, come un abbraccio che mi cingeva e mi rendeva tranquillo. Quello che ho provato mi ha fatto pensare all’immagine evocata dal Salmo 130: quella di un bimbo svezzato, in braccio a sua madre. Forse è stata questa l’emozione più forte di tutta la celebrazione”.
E adesso? “Adesso l’obiettivo è prendere coscienza di questa mia nuova dimensione. È un nuovo inizio. Il mio obiettivo è essere segno del sogno. Insomma, passare dal sogno al segno concreto di questo amore, amore che si fa spezzare per gli altri, amore sempre a disposizione, amore che diventa servizio. È l’augurio che faccio a me stesso e a tutti i giovani che hanno un sogno”, conclude Michelangelo.
 

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di Gigliola ALFARO