Pellegrinaggio Diocesano a Roma: 4mila pellegrini da Sorrento e Stabia

Tornare a casa, per noi che siamo venuti come pellegrini sulla tomba dell’apostolo Pietro in quest’Anno Giubilare, è un atto di grande responsabilità. Accogliamo il dono dell’indulgenza con commosso stupore e infinita gratitudine. Ci impegniamo a curare relazioni autentiche e libere con i compagni di viaggio, nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, accanto a chi piange. Avviciniamoci in punta di piedi a chi ha smarrito il senso della vita ed è solo, per testimoniare la gioia del Vangelo” – è quanto ha dichiarato Mons. Francesco Alfano nel corso della Celebrazione Eucaristica tenutasi nella Basilica di San Pietro e alla quale hanno preso parte una sessantina di sacerdoti provenienti dalla nostra diocesi.

 

Sabato 29 marzo, oltre 4mila pellegrini dall’Arcidiocesi Sorrento – Castellammare di Stabia, hanno raggiunto la Capitale per attraversare la Porta Santa guidati dal loro pastore. Sessantotto i pullman partiti alle prime luci dell’alba, tanti altri i fedeli che si sono recati a Roma in treno oppure in auto. Adulti, giovani e bambini, intere famiglie – con non poche fatiche – si sono mobilitate per prendere parte al pellegrinaggio condividendo un’esperienza di speranza viva.

 

Non eravamo i soli, certo. Altre Diocesi e gruppi di religiosi erano lì a Roma in cammino. Se poteva essere facile disperdersi tra la folla, riconoscersi lo è stato ancora di più grazie al kit personale che ciascuno aveva con sé: palette identificative, un cappellino blu e una sacca verde richiamano subito al saluto.

 

Il raduno a Piazza Porta Pia, uno momento di autentica gioia, tra le risa dei più piccoli, i selfie dei più giovani e il raccontarsi degli adulti, giunge il momento di mettersi in cammino.

 

Via della Conciliazione ci accoglie e raccoglie le preghiere di ciascuno pellegrino, percorriamo la strada, la Basilica di San Pietro è sempre meno lontana.

 

L’omelia di Mons. Alfano Alfano – che riportiamo di seguito per intero – ha richiamato l’attenzione di quanti ascoltavano e risvegliato forse le coscienze di molti. La parabola del fariseo e del pubblicano, saliti al tempio per pregare, invita a riconoscere il pericolo della presunzione umana e spirituale, del giudizio verso gli altri e dell’autocelebrarsi come migliori, richiamando alla necessità di umiltà, pentimento e apertura al perdono.

 

Il pellegrinaggio, per chi sceglie di viverlo con pienezza, lasciandosi attraversare dalle parole del Vangelo, diventa dunque una preziosa opportunità per rinnovarsi, per ricominciare. E noi pellegrini, abbiamo l’occasione per fare i conti con il nostro cuore.

IL TESTO COMPLETO DELL’OMELIA

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