Pellegrini di speranza…

Il 9 maggio Papa Francesco ha indetto il Giubileo ordinario del 2025 con la bolla d’Indizione. “Pellegrini di Speranza” è il motto che il Santo Padre ha scelto per questo anno di grazia: “dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto”.

“Pellegrini di Speranza” è stato il tema delle catechesi itineranti fatto ogni lunedì dagli adulti della nostra unità pastorale che si sono riscoperti tali, incontro dopo incontro, passo dopo passo. Inizialmente, con l’aiuto di don Salvatore Abagnale, ci siamo interrogati sul senso dell’essere “pellegrini di speranza nella propria vita” piuttosto che vagabondo, in cammino verso una meta ben definita! Nel secondo incontro “pellegrini di speranza nella propria famiglia”, insieme a don Salvatore Iaccarino, ci siamo riscoperti potenziali costruttori di strade di ascolto nelle nostre case. Abbiamo continuato, con la guida di don Maurizio Molino, a vederci pellegrini di speranza anche per la nostra città, che ha sempre più bisogno di cittadini, oltre che cristiani, che la proteggano e la custodiscano nelle sue bellezze e difficoltà. Con don Salvatore Branca, invece, abbiamo fatto un tuffo nell’importanza di essere pellegrini di speranza nel mondo, che ne ha sempre più bisogno perché “la speranza cura la paura e fa amare il rischio”: Scopo della vita, infatti, è consumarsi per amore, avendo sempre chiara la meta verso cui camminiamo!

In ogni serata ci ha accompagnato un segno: prima dei semi, poi del terreno, poi un vaso e infine l’invito ai nostri adulti di regalare questa piantina in crescita a qualcuno che ha perso la speranza. Abbiamo così sperimentato che la speranza ci mette in cammino come pellegrini. Abbiamo visto come ognuno di noi ha in sé il SEME della speranza, e stando al mondo, vivendolo e abitandolo, ci accorgiamo di aver bisogno di un TERRENO FERTILE e di un VASO che possa accogliere questo seme di speranza.
In questo ci accompagna la nostra madre Chiesa. Infatti insieme al nostro vescovo don Franco abbiamo vissuto l’ultima tappa di questo percorso riflettendo su due punti. Nel primo passaggio ci siamo fermati sul plurale che è nel titolo del motto perché si è “pellegrini” insieme, in un percorso che da soli non ci porta da nessuna parte e dove la voce di ognuno è fondamentale per camminare sempre su strade tracciate dall’Amore di Dio. Secondo passaggio su come solo una Chiesa che sappia essere sinodale e sappia vivere le dimensioni dell’ascolto reciproco, imparando poi a vivere un discernimento comunitario sotto la guida dello Spirito Santo, riesce a “fare” la volontà del Padre nostro che è nei cieli.

Preghiamo perché “l’Anno Santo del Giubileo possa essere preparato e celebrato con fede intensa, speranza viva e carità operosa”.

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