Da Napoli verso Firenze

Per leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore

Anche una piccola rappresentanza della nostra Diocesi, delegati per Firenze e non, ha partecipato sabato 13 giugno al 2° Laboratorio promosso dalla CEI in preparazione al Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze 2015, “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”.
L’evento, dal titolo Leggere i segni dei tempi e parlare il linguaggio dell’amore, si è svolto a Napoli, nella bella cornice della Stazione Marittima ed è stata una tappa significativa per tutta la Chiesa italiana sia per i contenuti, sia per i tanti contributi portati dai partecipanti alle quattro tavole rotonde succedutesi ininterrottamente durante l’intera giornata. Infatti, nei diversi panel si sono avvicendate “voci” della scuola, dell’università, dell’informazione e del cinema… sarebbe lungo l’elenco dei tanti esperti e protagonisti di questi “mondi” che sono intervenuti!
Con essi, alla presenza di circa 400 persone, molti dei quali membri delle delegazioni delle Diocesi campane per Firenze, i “luoghi” dell’educazione, della cultura e della comunicazione sono stati esplorati alla ricerca di un nuovo umanesimo, cercando di rispondere alla provocazione posta all’inizio dal cardinale Crescenzo Sepe: “Ma oggi noi sappiamo leggere l’umano?”. E il convegno ha offerto chiavi di lettura, non ricette, per poter aprire strade di umanizzazione in questi luoghi che sono, oggi, “aree a rischio disumanizzazione”.
In un mondo in cui il virtuale, l’immagine, la spettacolarizzazione -anche del privato- sembrano contare più d’ogni altra cosa, bisogna rimettere al centro la persona. E allora…
Si dia spazio al dialogo, non solo tra le famiglie, i docenti e i ragazzi, ma anche tra i saperi.
Si faccia largo alle nuove tecnologie e ad internet, ma si accompagnino, i nativi digitali e non, ad usarle non come strumenti che portano ad isolarsi e a chiudersi, quanto piuttosto come possibilità di ampliamento degli spazi e del tempo, e quindi aiuto all’incontro e alla riflessione, all’apprendimento e allo sviluppo del senso critico.
Si faccia posto all’informazione, ma a quella affidabile, che non cataloga le persone, non racconta numeri nelle tragedie, ma mostra i volti e le storie, mostra l’amore per l’umano… altrimenti farà strage di umanità! Così, nel fare cinema e televisione, si metta al centro l’uomo, raccontando storie di umanità, senza finzioni, facendo riflettere e discutere, toccando le coscienze!
Insomma, l’amore che scaturisce dal Cristo risorto  è la grammatica per leggere e comprendere oggi l’uomo ed è lo stile con cui abitare i luoghi dell’educazione, della cultura e della comunicazione.
Nell’apposita sezione del sito www.firenze2015.it sono presenti le registrazioni integrali con tutti gli interventi della giornata; in particolare mi piace raccomandarvi il cortometraggio “Unconnected” (all’interno della seconda registrazione) realizzato dagli studenti del Liceo Q.O. Flacco di Portici, in cui i giovani denunciano la deriva meccanicistica … ed aprono alla speranza di umanizzazione.

di Laura MARTONE