Progetto Policoro: a Gragnano si scommette sulla pasta

Si può considerare la crisi e la mancanza di occupazione come un’opportunità? Se si è giovani, pieni di entusiasmo e voglia di fare, sostenuti da una comunità che ha in Cristo la sua forza, la risposta è sì.
È una bella storia quella che vi stiamo per raccontare. Ma l’aspetto più bello è che non si tratta di una favola, ma proprio della realtà che stanno vivendo sei giovani della parrocchia di San Leone II a Gragnano.
Agostino, Alfredo, Cristian, Luigi, Francesca e Raffaele sono i sei ragazzi protagonisti della storia, che, però, inizia tre anni fa con un numero ben più cospicuo di ragazzi. Ma andiamo per gradi.
Nel 2011 un gruppo di venticinque ragazzi della parrocchia, senza occupazione, decide di scommettere sulla pasta, che è il simbolo positivo della città. La pasta l’ha resa famosa in tutto il mondo. Allora, perché non provare a pensare qualcosa da fare proprio con la pasta? I ragazzi, accompagnati dalla comunità parrocchiale, dall’Azione cattolica diocesana e dal Progetto Policoro, costituiscono l’Associazione “La pasta è buona per tutto”. La pasta è anche un valore da difendere e proprio il 2011 è l’ultimo anno nel quale a Gragnano si organizza la sagra della pasta. Dal 2011 l’Associazione organizza serate evento, nel chiostro vicino alla chiesa, nelle quali oltre a offrire due primi, a base di pasta ovviamente, e un secondo, invita cantanti e compagnie teatrali. Sempre nel 2011 i ragazzi partecipano a un concorso di progettazione sociale promosso dal Movimento lavoratori di Azione cattolica (Mlac). Vincono 3.000 euro grazie a un progetto basato proprio sulle serate evento e sulla produzione di oggetti artigianali fatti con la pasta. “Nel periodo di Natale – spiega Alfredo, uno dei ragazzi – abbiamo creato, ad esempio, alberi di Natale e presepi con la pasta, prima verniciata con vari colori; a Pasqua, invece, abbiamo realizzato uova”. Nel periodo estivo l’Associazione organizzava manifestazioni e nel periodo autunnale e invernale si dedicava alla produzione e alla vendita degli oggetti fatti con la pasta.
Purtroppo, però, le difficoltà non sono mancate. Tanti, anzi la maggior parte, si sono scoraggiati e hanno lasciato il progetto. Così, a settembre 2013 cessa di esistere l’Associazione. Eppure, resta accesa la speranza. Quattro ragazzi, tra i 21 e i 25 anni, che facevano parte dell’Associazione, iniziano a sognare in grande: realizzare un piccolo pastificio artigianale. Anche una coppia di fidanzati, di 27 e 26 anni, entrambi laureati, sempre della parrocchia di San Leone II, coltiva un sogno che riguarda anche un pastificio. I sei, pur così eterogenei tra di loro, grazie al Progetto Policoro si incontrano, si confrontano sulla fattibilità di trasformare i sogni in un progetto concreto e realizzabile. E il sogno del pastificio diventa un progetto concreto, sostenuto dal Progetto Policoro dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia.
Per mettere in piedi il progetto servono 330.000 euro, ben di più di quei 3.000 vinti con il concorso del Mlac. Ma i giovani, si sa, non hanno paura di buttarsi in imprese che potrebbero far rabbrividire un adulto! La coppia di fidanzati già è riuscita a recuperare, grazie a prestiti di parenti e amici, 220.000 euro. Ma ancora mancano 110.000 euro e gli altri quattro non hanno niente. Allora, che fare? Rinunciare? Le banche certo non prestano soldi a giovani, ricchi solamente dei loro sogni. E qui entra in campo la comunità parrocchiale, che per loro è una grande famiglia. Nasce così il progetto “Gesti di fiducia solidale”. Garanti sono don Luigi Milano, il parroco di San Leone II, e don Alessandro Colasanto, responsabile del Progetto Policoro diocesano e vice parroco a San Leone II. Le famiglie della parrocchia prestano la cifra che desiderano e con don Luigi e don Alessandro concordano il tempo della restituzione a partire da gennaio 2016. E se il pastificio dovesse andar male? Le famiglie non perderebbero i propri soldi perché i due sacerdoti si sono impegnati a restituire comunque il prestito (1.000 euro al mese a partire da gennaio 2016) attingendo dal loro stipendio. “In questo progetto – spiega don Alessandro Colasanto– abbiamo investito prima di tutto in relazioni. Questo è il nostro primo e fondamentale capitale”.
La risposta non si è fatta attendere mostrando il grande cuore della famiglia parrocchiale di San Leone II: “In quindici giorni – afferma don Alessandro – già abbiamo raccolto trentamila euro, in una gara di generosità. Un operaio precario, il cui figlio si sposa quest’anno, ha dato 1.000 euro perché, ha detto, i ragazzi hanno bisogno di fiducia. Alcune famiglie si sono impegnate a versare una certa cifra al mese perché dare 1.000 euro in un colpo è impegnativo. C’è chi ha dato tutti i suoi risparmi e chi ha dato dieci euro”. La notizia, intanto, si sta diffondendo e sono arrivati anche fedeli della parrocchia di Sant’Erasmo, sempre di Gragnano, che vogliono contribuire a vedere realizzato il sogno del pastificio. Sono stati coinvolti anche i missionari italiani in Svizzera, che hanno già dato un contributo economico e si sono impegnati a promuovere la pasta in Svizzera, una volta prodotta. E che, anzi, vorrebbero comprarla già in anticipo per finanziare il progetto. Insomma, il bene è contagioso. Conosciuto il progetto anche il nostro arcivescovo, mons. Francesco Alfano, ha manifestato apprezzamento per questa iniziativa di imprenditoria giovanile alla riscoperta delle tradizioni, che nasce anche sotto il segno della solidarietà, e ha dato il suo contributo. Ora si sta mobilitando affinché tutta la comunità diocesana possa essere partecipe dell’iniziativa. “È un grande segno di speranza – dice il presule – che prende sul serio la possibilità offerta dal Progetto Policoro, mette insieme dei giovani che offrono passione, entusiasmo, competenza, li mette in rete a un livello più ampio – locale, regionale e nazionale – e stimola la comunità ad assumersi le proprie responsabilità, stando vicino non solo idealmente e moralmente, ma concretamente. Questa è una bella iniziativa che ci stimola a osare di più”.
Di fronte a tutto questo movimento, persino le banche hanno iniziato a interessarsi al progetto. In particolare, la filiale di Gragnano del Banco di Napoli ha chiesto l’autorizzazione alla sede centrale di donare un pezzo di macchinario che servirebbe per fare la pasta lunga. Intanto, i primi passi già sono stati compiuti: il locale è stato trovato in via Perillo (sede dell’ex pizzeria Zio Ferdinando), a Gragnano. Con i proprietari i ragazzi hanno stretto non solo una relazione di natura economica ma anche un rapporto di amicizia. Essi hanno scelto, coraggiosamente, di venire incontro alle esigenze dei giovani, con un fitto che aumenti progressivamente alle entrate del futuro pastificio, e si sono resi disponibili a dare un aiuto materiale per i lavori di adeguamento della struttura, proprio come dei genitori farebbero con i propri figli. I macchinari sono stati scelti e prenotati, scegliendoli di qualità migliore per commercializzare un prodotto di alta qualità. “Presto – ricorda Alfredo – andremo a Parma per uno stage dove impareremo ad utilizzare e a manutenere i macchinari. Tra l’altro, abbiamo già alcune competenze perché qualcuno tra noi ha già lavorato per pastifici; altre competenze le assumeremo attraverso stage che faremo in questo anno, ma soprattutto possiamo contare sulla collaborazione di due anziani pastai che ci faranno dono di tutta la loro esperienza”. Infatti, un altro aspetto bello, è che gli altri pastifici di Gragnano sono contenti di questo progetto perché c’è una grandissima richiesta di pasta di Gragnano, riconosciuta Igp dalla comunità europea, che non si riesce a soddisfare.
Sembra già un sogno tutto questo, ma guardando al futuro speranzosi e pieni di voglia di fare, i sei giovani mirano ancora più in alto: “Vorremmo che la commercializzazione – sottolinea don Alessandro – diventasse una benedizione anche per altri giovani che come noi vogliono essere i protagonisti della propria esistenza. Attraverso Progetto Policoro vorremmo indire un bando di concorso a cui possono aderire tutte le diocesi italiane, per dare la possibilità ad un giovane di ogni diocesi di partecipare ad un corso di formazione per diventare rappresentante del nostro pastificio, nella convinzione che fare il bene sul serio fa bene”. Un altro auspicio è “creare un gruppo d’acquisto dove tutti i piccoli pastifici, facendo convergere gli interessi possano creare un gruppo di acquisto per le materie prime, così da far scendere le spese di approvvigionamento e quindi diminuire i costi”. Ma il progetto si potrebbe allargare ulteriormente: “Sappiamo di altri giovani che stanno mettendo su iniziative similari nella nostra diocesi e non solo, siamo convinti che dove noi venderemo la pasta, si possano vendere anche altri prodotti, come la birra, l’olio… Così, metteremo in pratica l’antico detto: l’unione fa la forza”.
Sì, è vero: è proprio l’unione che fa la forza. Allora, perché non dare un piccolo, o grande, contributo? Un domani, quando la loro pasta sarà famosa in tutto il mondo, potremo pensare che anche noi abbiamo permesso ad un sogno di diventare una magnifica realtà. È semplice, basta recarsi di persona alla parrocchia di San Leone II (da don Luigi o don Alessandro) o inviare un bonifico alla parrocchia di San Leone II, IBAN IT 34 E0338822102000000010575 Causale: prestito pastificio – Progetto Policoro.

di Gigliola ALFARO