Restate in città e siate perseveranti nel testimoniare la parola di Dio

“Misericordiosi come il Padre”
 
Questa la Parola di Gesù divenuta non solo lo spirito guida dell’intero anno giubilare appena concluso ma anche dell’omelia dell’Arcivescovo Mon. Francesco Alfano durante la celebrazione della conclusione di questo anno di misericordia. Un anno che ha accompagnato tutte le parrocchie della diocesi in cammino grazie alla Parola di Gesù che dona una forza in più per affrontare la vita di ogni giorno. Ogni comunità è stata chiamata a vivere la misericordia in ogni minima sfaccettatura, a praticare ma soprattutto a vivere le opere di misericordia.
 
“Oggi siamo qui a pronunciare il nostro grazie al Signore per questo anno che abbiamo vissuto. Chiudiamo un momento intenso vissuto insieme. Quello che facciamo ogni anno, con il cammino della comunità, è allenarci a chiudere bene il tempo che Dio ci dona. Il vangelo ci mette in condizione di chiuderlo nel modo giusto. Non guardando al passato con nostalgia e rammarico e nemmeno guardando al futuro con scoraggiamento. Noi guardiamo alla storia con gli occhi di Dio. Come dice Gesù, il vangelo che aspettiamo è oggi”.
 
Ma di questa misericordia del Padre che allena a diventare misericordiosi, cosa ne faremo?
 
Gesù ci viene in aiuto. Lui ci invita a stare attenti, di non andare con la moda del momento ma farci prendere dalla responsabilità di vivere il tempo che Dio ci dona oggi.
 
“Oggi il Signore si mostra a noi. Oggi Lui viene è il tempo in cui possiamo rispondere alla sua chiamata. Non scoraggiatevi, continuiamo il cammino. Grande responsabilità, il primo frutto per vivere la misericordia. Il popolo di Dio può vivere questa responsabilità illuminata dal Risorto. Diventiamo profeti, dobbiamo esserlo. Profeti che sanno leggere la loro storia con il loro popolo alla luce del Vangelo”.
Basterà questa responsabilità? Gesù ci chiede di vivere questo senso anche nelle prove, nelle tentazioni, nelle violenze. La storia è fatta di un travaglio continuo che può scoraggiarci, questo è il tempo però di testimoniare. Ecco un altro frutto in questo cammino: il coraggio.
 
Le nostre comunità, ogni parrocchia, dalle piccole alle grandi realtà, dovranno rimettersi sul serio ad attingere da questo tesoro ottenuto in questo anno e formarsi alla luce della fede e testimoniare il Vangelo. Non basta l’impegno individuale, la testimonianza ci deve prendere coralmente anche di fronte all’ostacolo più grande. Deboli, poveri e sfruttati, tra quelli che non accettiamo nelle nostre comunità. Così viviamo la testimonianza, accogliendo e donando il perdono a quelle persone che involontariamente allontaniamo.
 
“Chiediamo perdono al Signore e a doniamo questo perdono a chi ancora non è stato raggiunto, dobbiamo vivere la scuola di Gesù per amarci di più tra di noi e soprattutto per amare senza paura. Di questo hanno bisogno le persone che incontriamo, hanno bisogno del Signore attraverso la nostra testimonianza. Chiedo questo impegno a tutte le comunità parrocchiali. Per testimoniare insieme e raggiungere concretamente ogni persona per camminare insieme verso Cristo”.
 
Un invito da parte dell’arcivescovo, un modo chiaro e limpido per far vivere quella misericordia che ci spinge dove non vorremmo mai andare. E’ in questo modo che ci impegniamo a riprendere il cammino.
 
“Ma nemmeno un capello del vostro capo perirà.
Con la vostra perseveranza salverete le vostre anime”
 
“Salverete la vostra vita con la perseveranza, non dobbiamo fuggire o arrenderci. Restate in città per incontrare il Risorto e raggiungere chiunque senza distinzione. Le persone che hanno bisogno di amore e di pace. Riconosciamo i segni della fede, dello Spirito che entra nelle nostre vite. Con questa perseveranza accoglieremo il Cristo, il Salvatore e trasformeremo le nostre città perché diventino un segno per tutti del suo amore misericordioso”.