RnS: “Per una Chiesa in uscita missionaria”

1 giugno 2014
La giornata è ricca di preghiera, di canti, di testimonianza, di ospiti, di interventi, di festa, di coreografie e balli. Questi ultimi sono stati affidati a più di 70 giovani che con il loro “sì” si sono resi protagonisti di questo evento.  Inizia la grande festa e Salvatore Martinez, presidente del Rinnovamento nello Spirito Santo, che offre il primo assist ai 52.000 partecipanti: “In una partita ci sono 22 convocati. Oggi lo Spirito Santo ne ha convocati 52.000”.
Dopo la preghiera comunitaria carismatica, il primo intervento “Convertitevi” è del card. Angelo Comastri: “Dio è amore e gioia e ve lo voglio raccontare” attraverso la parabola del figliol prodigo e della vita di Jacques Fesch (invito i giovani a scoprirla) che “da criminale muore cristiano” a 27 anni. “Abbiamo mai chiesto sinceramente perdono dei nostri peccati?”. Questo ci conduce a sperimentare la gioia e l’amore di Dio.
Il secondo intervento “Credete” è di padre Raniero Cantalamessa che fissa “la Fede come condizione indispensabile per ricevere lo Spirito Santo”, invitando più volte i convocati a proclamare a gran voce “Gesù è il Signore” e “Dio lo ha risuscitato dai morti” ripetendo “se con la tua bocca proclamerai: “Gesù è il Signore!”, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (Rm 10, 9).
Tra gli interventi sul tema della convocazione si inserisce un momento di preghiera guidato da Patty Gallagher Mansfield, testimone delle origini del Rinnovamento. “Il diavolo trema quando preghiamo e soprattutto quando preghiamo insieme” così, prima per i sacerdoti, a seguire per le famiglie ed in fine per i giovani, si è elevato il canto in lingue allo Spirito Santo per una conversione dei cuori.
Segue la celebrazione eucaristica presieduta dal card. Stanslaw Rylco, presidente del Pontificio consiglio per i laici. Nella sua omelia rimarca l’umanità di Gesù con la quale Lui “ci ha preceduto per prepararci un posto”e così l’Ascensione è “una grande festa di speranza” in cui “Gesù ha portato al Padre la sua natura umana con i segni della passione, prezzo della nostra redenzione” e l’appello all’uomo a non deturpare la propria grandezza ma riconoscere la propria dignità. L’Ascensione non è solo una festa ma “ci ricorda dov’è la nostra patria” perché siamo “uomini viandanti, non erranti” che “dimorano sulla terra ma la cittadinanza è nei cieli” così come “la nostra meta è il cielo”, tuttavia non siamo indifferenti alle vicende del mondo perché siamo “sale della terra e luce del mondo”. Dopo l’ascesa c’è l’attesa dello Spirito Santo: “In questo cenacolo orante dell’Olimpico di Roma scopriamo quella dolce gioia di evangelizzare”.
01-06-2014 ore 17- IL SANTO PADRE E’ QUI!
“Questa è la vostra definizione: una corrente di grazia”
L’attaccante parte dalla trequarti, dribbla un avversario, triangola col compagno, entra in area supera l’ultimo avversario. . .  solo contro il portiere. . . fa partire il tiro. . . ed è gooooooooool!!! Ecco come avrà vissuto questo pomeriggio “la squadra dei discepoli di Gesù”, costituita dai 52.000 convocati, che ricolma di Spirito Santo ha atteso l’arrivo del “capitano”. La gioia è esplosa quando nell’angolo sud-ovest dell’Olimpico di Roma entra sul terreno di gioco Papa Francesco. Il clima è da gol in una finale di coppa del mondo: bandiere che sventolano, striscioni che si innalzano, braccia al cielo ed urla di gioia, poi il coro di tutto lo stadio sulle note di “El vive Jesus, el Señor”. Raggiunto il centro palco, il fischio di inizio di Salvatore Martinez: “Qui c’è la squadra dei discepoli di Gesù, il nostro allenatore è lo Spirito Santo! Abbiamo un capitano, lei Santo Padre, che ci suggerisce strategie di gioco meravigliose: far scendere Gesù in campo”. Vien letta, dagli Atti degli Apostoli, la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste seguita da quattro testimonianze: un sacerdote, un giovane, una famiglia ed una non vedente. Ad ogni testimonianza Papa Francesco serve l’assist per fare gol con un pensiero e la sua preghiera: Ai sacerdoti: “A voi, sacerdoti, dico solo una cosa: vicinanza a Gesù, come i discepoli erano vicini a Gesù, e vicinanza alla gente, al popolo di Dio che vi è stato affidato”. Ai giovani: “Sarebbe triste se un giovane custodisse la sua gioventù in una cassaforte, diventerebbe vecchia nel peggior senso della parola. La gioventù va rischiata bene, con speranza, per scommetterla su cose grandi” Alle famiglie: “ Le famiglie sono la chiesa domestica, dove Gesù cresce nell’amore dei coniugi, nelle vite dei figli. Per questo il nemico attacca fortemente le famiglie, cerca di distruggerle, perché non vuole che l’amore sia lì. Dio la renda forte”. Ai malati “I fratelli e le sorelle che soffrono, che hanno una malattia, sono unti dalla sofferenza di Gesù. Imitano Gesù nel momento difficile della croce. Grazie per la speranza che testimoniate, quella speranza che ci porta avanti cercando la carezza di Gesù». Papa Francesco con una giocata a sorpresa serve il quinto assist: “Mancano i nonni! I nonni sono l’assicurazione della fede. Gli anziani, come il buon vino, hanno la libertà dello Spirito Santo. Sono la saggezza della Chiesa”.
Il “secondo tempo” è tutto suo, prendendo per mano il movimento: Ha parlato delle origini ricordando i documenti di Manils ed il card. Suenens, ha raccontato della sua poca condivisione del movimento carismatico, definendolo “una scuola di samba”, fermo poi riscoprirne “il bene che il Rinnovamento carismatico fa alla Chiesa” e del quale viene nominato assistente spirituale in Argentina pochi mesi prima del conclave. “Voi, Rinnovamento Carismatico, avete avuto un grande dono dal Signore: voi siete nati da una volontà dello Spirito Santo come una corrente di grazia nella Chiesa e per la Chiesa. Questa è la vostra definizione: una corrente di grazia” e rivolgendosi ai responsabili li ha invitati a “non sentirsi più importanti del fratello accanto” ma “servi” e “dispensatori della grazia di Dio”. Salvatore Martinez, a conclusione dell’intervento di Papa Francesco, chiede ai convocati di pregare per il Santo Padre ed invocare lo Spirito Santo: a queste parole lo stupore di tutti quando il Santo Padre si inginocchia per accogliere la preghiera dei 52.000 convocati. Conclusa la “partita”, è riesplosa la gioia dei 52.000 con un flash mob ed i cori di tutto lo stadio per osannare il capitano Francesco e festeggiare insieme una vittoria storica:
Non il gol in finale di coppa del mondo ma è il primo gol di Pietro nella vita del Rinnovamento.

di Geremia MOSCA